26 Marzo 2020

CORONAVIRUS – Da oggi chiuso il 61,1% delle imprese artigiane veronesi e a casa il 55,7% degli addetti. Bosco: “Serve senso responsabilità da tutte le parti sociali”

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Per il combinato disposto dei due DPCM dell’11 e 22 marzo scorsi,  per contrastare la diffusione del coronavirus, sono 15.308 le imprese artigiane della provincia di Verona che hanno dovuto chiudere dalla mezzanotte di ieri, 25 marzo 2020. Un numero che, secondo l’Osservatorio di Confartigianato Imprese Veneto, vale il 61,1% del totale delle imprese artigiane (24.775). Il numero di addetti che si trovano a casa dal lavoro è di 32.376, pari al 55,7% del totale dell’artigianato scaligero.

“Lo stillicidio di decreti, la loro pubblicazione in tarda serata e gli annunci aumentano la complessità del momento – afferma Valeria Bosco, Segretario di Confartigianato Imprese Verona – e rischiano di accrescere l’insicurezza e il senso di smarrimento di quanti nella difficoltà dell’emergenza coronavirus continuano ad operare garantendo servizi fondamentali. E’ fondamentale che nelle prossime ore il Parlamento, in fase di conversione del decreto Cura Italia, accolga il più possibile gli emendamenti proposti dalla Confartigianato e tenga conto anche di queste ulteriori nuove limitazioni”.

In tutto il Veneto sono 77.106 le imprese artigiane che abbasseranno la serranda, il 61,1% del totale in Veneto (126mila circa), mentre gli addetti coinvolti saranno 187.352, pari al 57,4% del totale dell’artigianato veneto.

“Devono essere previsti stanziamenti dedicati a integrazione degli esistenti per sostenere le imprese – aggiunge Bosco –. Ad oggi nella nostra provincia sono state circa 900 le imprese che hanno aperto la procedura FSBA di cassa integrazione. Confartigianato, per queste aziende, associate e non dell’intero territorio provinciale, è un punto fermo sul quale contare e siamo orgogliosi di poterci mettere a disposizione per permettere loro du affrontare questo momento drammatico. Persino l’Ordine del Consulenti del Lavoro, con rinnovata fiducia della quale ringraziamo, sta fattivamente collaborando con noi per svolgere le pratiche in favore delle imprese secondo i termini dettati dal governo. Numeri mai raggiunti, nemmeno nella grande crisi del 2011/2013 e destinato solo ad aumentare con la prevista chiusura delle tante attività produttive non “indispensabili” programmata da domani 26 marzo e dall’impossibilità nel mondo dipendente artigiano, dove l’80% sono operai, di continuare a lavorare in modalità smart working”.

“In questo momento – conclude il Segretario di Confartigianato Imprese Verona – è fondamentale un grande senso di responsabilità da parte di tutte le parti sociali, affinché le imprese che oggi sono autorizzate ad operare possano farlo con serenità e in sicurezza, tenendo presente sempre che non possiamo permetterci oggi di arrestare del tutto il sistema produttivo se non a costo di una grave crisi occupazionale domani. Va infine previsto con provvedimento unico, chiaro ed inequivocabile, che i titolari delle imprese possano andare nella propria impresa per vigilare i macchinari e la sicurezza degli impianti”.


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