CORONAVIRUS – Confartigianato si appella al governatore del Veneto Zaia per ripartire in sicurezza
AlimentazioneAmbienteArtigianato ArtisticoAssistenza Sanitaria Integrativa...“Confartigianato Imprese Veneto rimane coerente con la propria posizione: la salute è una priorità assoluta, inderogabile e non negoziabile. Riconoscere questa priorità non ci solleva dall’assumerci la responsabilità altrettanto inderogabile di fare le scelte che minimizzano l’enorme danno economico che questa crisi sta creando”. Lo afferma Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto.
“Perseguendo l’obbiettivo assoluto di sconfiggere il COVID-19 – continua – abbiamo il dovere di trovare le formule che ci consentano di arginare nelle quantità e nel tempo una perdita di benessere economico e sociale senza precedenti. Le stime FMI prevedono una contrazione di oltre il 9% del Pil italiano rispetto a un -3% a livello globale. La nostra economia risulterà la maggiormente colpita. La sicurezza è il fondamentale attorno al quale si devono articolare e sviluppare gli interventi delle Istituzioni e di tutte le parti sociali”.
Confartigianato chiede con determinazione alla Regione veneto di promuovere una nuova fase nella quale coniugare la salvaguardia della salute con la ripresa delle attività produttive che siano in grado di rispettare le disposizioni di sicurezza e lo specifico protocollo dello scorso 14 marzo.
“Non sosteniamo l’alzata delle saracinesche in una logica sindacale orientata alla difesa di interessi particolari – chiarisce Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, lo diciamo consapevoli che il Paese ha bisogno di ripartire a produrre valore e benessere, senza accrescere in maniera apprezzabile i rischi di contagio. Vogliamo uscire da una logica di confronto tra grandi imprese, Pmi, artigiani, esercenti, professionisti. Vogliamo uscire da una logica di piccoli passi. Oggi l’economia è totalmente interconnessa e non è possibile, se non per brevissimi periodi e con grave danno, isolare un comparto dall’altro. Solo a titolo esemplificativo, circa 20.000 Pmi e imprese artigiane venete, con quasi 100.000 addetti, il 70% delle imprese attive nei principali settori manifatturieri, svolgono una parte importante della loro attività per grandi imprese che, in modo speculare, non potrebbero lavorare senza il loro supporto”.
“Per questo crediamo fermamente che la Regione Veneto in sintonia con il Governo, e tutte le parti sociali – prosegue Bonomo – debba cogliere l’opportunità di stimolare, supportare e promuovere l’immediata riapertura delle attività produttive in grado di rispettare gli standard di sicurezza. Abbiamo chiesto al presidente Luca Zaia di farsi portavoce presso la Conferenza Stato Regioni di questo appello. Gli abbiamo chiesto di accelerare questa ripartenza delle attività produttive, possibile senza maggiori rischi per la salute e improrogabile, aiutando anche nel modo più concreto tutte le imprese che ne avessero bisogno nell’adottare il protocollo sicurezza ed eventualmente anche ulteriori misure che venissero identificate per categorie specifiche”.
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte – aggiunge il veronese Iraci Sareri – e a mettere in campo le risorse e le competenze di cui disponiamo. Da anni gli organismi paritetici regionali, il Cobis (Comitato Paritetico Regionale Bilaterale Per La Sicurezza per il settore artigiano manifatturiero e servizi) e il Cpr (Comitato Paritetico Regionale per il comparto artigiano edile) svolgono un ruolo fondamentale nella sicurezza, in un quadro di collaborazione tra parti datoriali e sindacali che costituisce ad un modello di riferimento sul piano nazionale. Confartigianato Imprese eroga consulenza e servizi per la sicurezza ai propri associati sempre più attenti a questo aspetto a maggior ragione essendo al contempo imprenditori e lavoratori, insieme, spesso, ai propri familiari. Abbiamo compreso la logica che ha spinto il Governo inizialmente a chiudere le attività produttive con l’eccezione di quei settori indispensabili per la sopravvivenza della nostra popolazione. Sono seguite delle deroghe ai Dpcm di aperture per settori, per filiere, in ultima istanza per codici Ateco. E’ stato un approccio dal quale abbiamo potuto imparare una cosa fondamentale: le imprese che hanno continuato ad operare si sono dovute attrezzare per farlo con il massimo rispetto possibile per la salute di lavoratori, clienti e fornitori; un’esperienza di crescita, pur nella drammaticità della situazione, sulla base della quale è oggi possibile essere molto ottimisti sul fatto che il rispetto rigoroso dei protocolli sia efficace”.
“Da domani mattina – conclude Bonomo –, chi può rispettare le misure di sicurezza, più che il diritto, dovrebbe avere il dovere di riprendere a lavorare per salvare il Paese da una crisi economica – oltre che sanitaria – che già oggi non ha precedenti se non andando alla seconda guerra mondiale. E noi, abbiamo il dovere di rendere possibile e supportare questa ripartenza in sicurezza”.
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