AMMORTIZZATORI SOCIALI – “Ritardi intollerabili”. Confartigianato, le Associazioni artigiane e i Sindacati chiedono ai Ministri spiegazioni e intervento immediato
Relazioni sindacali - ContrattualeSportello EBAVConfartigianato, unitariamente alle altre Organizzazioni Datoriali e alle Organizzazioni sindacali CGIL CISL e UIL ha formalmente chiesto ai Ministri Catalfo e Gualtieri, rispettivamente Politiche Sociali ed Economia e Finanza, un diretto e tempestivo interessamento per l’integrale trasferimento delle risorse al Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato, l’unico strumento in grado di fornire le prestazioni di sostegno al reddito ai dipendenti delle imprese artigiane, che hanno ridotto o sospeso la loro attività lavorativa in seguito all’emergenza Covid-19.
“Stiamo assistendo ad una commedia assurda – afferma Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –: non si comprende dove sia l’intoppo che impedisce il trasferimento dei fondi. E’ davvero terribile che debba passare tutto questo tempo, tra il dire e il fare, a risorse già stanziate”.
Secondo i dati dell’Associazione, in provincia di Verona i lavoratori di imprese artigiane in cassa integrazione sono 17 mila, con ben 4.500 aziende coinvolte. Il mese di marzo dovrebbe essere stato liquidato a tutti, aprile sarebbe arrivato a più della metà dei lavoratori, mentre maggio rimane una chimera per la totalità dei cassintegrati.
“Il Decreto ‘Cura Italia’ ed il Decreto ‘Rilancio’ – si legge nella lettera comune inviata ai due Ministri –, con delle disposizioni molto apprezzate dalle scriventi Organizzazioni, hanno individuato il Fondo di Solidarietà Bilaterale Alternativo per l’Artigianato (FSBA) come il soggetto deputato a garantire l’erogazione degli strumenti di sostegno al reddito per le lavoratrici ed i lavoratori delle imprese artigiane e, a tal fine, hanno previsto uno stanziamento economico in favore del Fondo. In questi mesi di emergenza epidemiologica, FSBA ha lavorato intensamente per garantire la massima efficienza gestionale e operativa, con l’obiettivo specifico di fornire in tempi ragionevoli l’assegno ordinario per Covid ai dipendenti delle imprese artigiane.
Fsba, già nei primi giorni del mese di aprile 2020, anticipando le proprie risorse accantonate, frutto delle contribuzioni versate negli anni precedenti dalle oltre 200.000 imprese artigiane regolarmente aderenti per circa 730.000 lavoratori, provvedeva ad erogare le prime prestazioni di sostegno al reddito ai lavoratori sospesi nel mese di febbraio.
Purtroppo, i ritardi nei trasferimenti delle risorse già stanziate, hanno determinato enormi attese nel pagamento delle prestazioni Covid-19.
Ad oggi, nonostante gli ingenti sforzi organizzativi sostenuti dal Fondo, ancora troppe lavoratrici e lavoratori sono in attesa delle prestazioni relative alla mensilità di aprile, maggio e giugno.
Si tratta di ritardi ormai divenuti intollerabili per numerosissime imprese e lavoratori, nei confronti delle quali il Fondo non ha più alcuno strumento di azione, avendo già anticipato tutte le risorse accumulate nel corso degli anni per far fronte alle oltre 750 mila domande pervenute.
Alla luce di ciò, le scriventi Confederazioni chiedono con forza un Loro diretto ed urgente intervento volto a consentire che le somme già stanziate dalla normativa e già approvate dal Decreto Interministeriale n. 11 del 30 maggio 2020, vengano immediatamente e integralmente trasferite a FSBA, non essendo possibile attendere ulteriori scaglionamenti dei trasferimenti, vista la gravissima situazione determinata da ritardi ingiustificati e non più spiegabili agli interessati ed all’opinione pubblica”.
“Quale giustificazione – si chiede in conclusione il Presidente Iraci Sareri – ha il non trasferimento di somme già stanziate? Lo spieghino agli imprenditori artigiani che non sanno più che risposte dare ai loro collaboratori , lo spieghino a noi Associazioni e ai nostri consulenti, i quali, avendo attivato le pratiche di cassa integrazione, si ritrovano nella medesima situazione, ma soprattutto lo dicano ai dipendenti delle nostre imprese, che non stanno percependo quanto è loro dovuto, in una situazione economica di certo molto difficile. E’ questa la capacità di risposta all’emergenza sanitaria? La famigerata ‘potenza di fuoco’? In Italia, lo diciamo da anni, abbiamo un problema davvero grave di cattiva burocrazia”.