CORONAVIRUS – Incontro Zaia e mondo produttivo veneto. Iraci Sareri: “Allerta sulle conseguenze economiche della psicosi”
AlimentazioneAmbienteANAP PensionatiArtigianato Artistico...“Non possiamo che apprezzare la tempestività con la quale sono stati convocati tavoli di lavoro istituzionali con le categorie economiche, sia a livello nazionale sia regionale. Ora, però, dovranno seguire fatti concreti, al più presto, perché le nostre aziende si interrogano sugli effetti, sia immediati sia a lungo termine, di questa situazione”. Queste le parole di Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, a seguito degli incontri avvenuti nelle scorse ore, convocati dai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e dalla Regione Veneto, con i rappresentanti del mondo produttivo.
Il più vicino a noi ha visto oggi (martedì 25 febbraio), il Presidente della Regione, Luca Zaia, confrontarsi con le organizzazioni di categoria e le istituzioni del Veneto, insieme a tutti gli assessori della Giunta regionale, nel centro operativo della Protezione Civile di Marghera, dove ha confermato il massimo impegno della Regione nella gestione unitaria e coordinata, anche con l’ausilio di tutti i mondi dell’economia e del sociale, dell’attuale fase di emergenza, invitando tutti a seguire lo “spirito di squadra” e ad applicare il “buon senso”.
“Grazie all’intervento al dibattito della Confartigianato del Veneto – continua Iraci Sareri – abbiamo portato all’evidenza del governo regionale tre macro-effetti dell’emergenza coronavirus che si stanno registrando da confronti constanti con le imprese associate: il rallentamento della produzione cinese con la conseguente mancanza di semilavorati e materie prime in particolare nel comparto della moda; la psicosi da contatto che sta bloccando settori, come l’alimentare il trasporto ed il turismo e altri che nulla avrebbero a che fare con il contagio ed infine gli effetti derivanti dall’annullamento di eventi e manifestazioni, con ripercussioni sull’indotto. Un serio problema, quest’ultimo, in quanto si minano le possibilità di business dei prossimi mesi a favore, molto probabilmente, di altri competitor”.
“Lo ribadiamo per non essere fraintesi – chiarisce il Presidente di Confartigianato Imprese Verona –: prima di tutto la salute pubblica, senza se e senza ma. Nostro dovere è aderire alle iniziative di contenimento dell’eventuale contagio, seguendo le indicazioni degli organi preposti, ma sentiamo forte anche il compito di allertare sulle conseguenze di una psicosi che ci pare abbia preso rapidamente piede, con conseguenze sul lavoro, sull’economia, sul mondo produttivo, che, se al momento non è ancora possibile quantificare, sicuramente si faranno sentire entro breve. Un semplice esempio? Scuole e asili chiusi e genitori costretti a non andare al lavoro per accudirli. Nel caso dei lavoratori dipendenti, gli strumenti di contrattuali ci sono e verranno attivati, ma se si tratta di artigiani, micro e piccoli imprenditori, cosa accade? Potremmo continuare, come ad esempio elencando attività come quelle a contatto diretto con il pubblico, penso al settore dei servizi alla persona, acconciatori, panifici, pasticcerie, gelaterie, orafi, ottici, insomma, a tutti coloro che assistono allo svuotamento di centri storici, paesi e strade di passaggio. A loro abbiamo il dovere di dare risposte tempestive”.
Confartigianato Imprese Veneto, nell’incontro con il governatore Zaia, ha chiesto che il proprio ruolo di “corpo intermedio” sia valorizzato da tutti i livelli politici. “L’essere soggetto sociale di Confartigianato – sono le parole di Agostino Bonomo, Presidente della Federazione regionale di Confartigianato – si declina, infatti, nella tutela non solo degli interessi economici ma anche dei territori in cui operiamo al fianco delle nostre imprese. Auspichiamo che prosegua e si intensifichi il confronto di Governo e Regioni con le associazioni di rappresentanza delle imprese in modo che tra le azioni a supporto del Sistema-Italia in questa difficilissima fase congiunturale, sanitaria e sociale, non manchino quelle a supporto del sistema economico”.
Alcuni dati: in Lombardia e Veneto 31% PIL e 40,5% export
Le valutazioni preliminari sugli effetti del coronavirus sull’economia mondiale, riportate nella nota congiunturale dell’Upb dello scorso 10 febbraio, indicano effetti sul PIL mondiale compresi tra 0,15 e 0,3 punti percentuali nel primo trimestre 2020; alcuni previsori indicano un impatto che potrebbe essere circa il doppio. La diffusione del coronavirus può generare impatti significativi per l’economia italiana.
Nelle due regioni con il maggior numero di persone colpite da coronavirus – Lombardia e Veneto – e nelle quali sono già in vigore provvedimenti nazionali e regionali che limitano la mobilità delle persone e l’esercizio di attività economiche, si concentra il 31,4% del PIL nazionale, il 40,5% delle esportazioni, oltre un quarto (25,3%) delle presenze turistiche, un terzo (32,5%) di quelle straniere.
Nelle due regioni è localizzato il 29,4% degli occupati delle micro e piccole imprese italiane (pari a 3,2 milioni) e poco meno di un terzo (31,2%) degli addetti dell’artigianato, pari a 836 mila occupati.