DAZI USA – Confartigianato: “Accordo al 15% sui dazi Usa non sarà indolore per le imprese. Ora l'Ue ne sostenga la competitività”
28 Luglio 2025

DAZI USA – Confartigianato: “Accordo al 15% sui dazi Usa non sarà indolore per le imprese. Ora l’Ue ne sostenga la competitività”

Attualità

“La vicenda dei dazi statunitensi è diventata una ragnatela vischiosa sul commercio internazionale – commenta Devis Zenari, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, che proietta effetti incerti sulle vendite del made in Italy e sui territori della manifattura italiana. Anche ora, con l’accordo sul 15%, bisognerà comunque attendere gli sviluppi, perché l’Europa e i singoli paesi saranno comunque indirizzati a riequilibrare la bilancia commerciale, anche se con volumi inferiori delle contromisure. L’accordo sui dazi Usa mette fine all’incertezza di questi mesi, ma non sarà indolore per le nostre imprese, poiché quello statunitense è il secondo mercato mondiale, dopo la Germania, per l’export made in Italy, con un valore di 66,8 miliardi di euro, pari al 10,4% delle nostre vendite all’estero”.

“Non dimentichiamo poi – continua il presidente Zenari – che la guerra dei dazi ha generato una parossistica successione di annunci, rinvii, applicazioni e aliquote applicate che hanno reso difficili le decisioni di acquisto di input produttivi e di beni di investimento delle imprese. Nella trattativa tra Unione europea e Stati Uniti, tra il 10 di febbraio e il 14 luglio, si sono succeduti 25 interventi, uno ogni 6 giorni, di cui 7 annunci, 9 sospensioni e rinvii, 6 entrate in vigore, oltre a 3 altri interventi. Come possiamo pensare che le imprese, in particolare le piccole e medie meno strutturate, possano tranquillamente pianificare, progettare e avviare strategie di business in una tale situazione?”.

“Comunque – afferma Zenari, presidente provinciale di Confartigianato –, al di là del dimezzamento della percentuale di dazi rispetto al 30% minacciato da Trump, l’Unione Europea e l’Italia devono studiare una risposta coordinata per salvaguardare competitività e occupazione. Le nostre imprese hanno le carte in regola per reggere, ma hanno bisogno di visione, strumenti e politiche adeguate, non di ulteriori lacci, imposizioni fiscali e burocrazia”.

“Ora è più che mai necessario che l’Ue si concentri su politiche industriali finalizzate ad aumentare la competitività delle aziende e dell’economia europee. A cominciare – sostiene Zenari – dalle indispensabili misure per il contenimento dei costi energetici: basti pensare che le imprese italiane pagano l’energia il 28% in più rispetto alla media europea, anche a causa di una eccessiva tassazione in bolletta. Ma serve anche favorire la piena inclusione del sistema delle piccole imprese nelle politiche di bilancio comune europeo, anche queste non prive di ombre all’orizzonte”.