ENERGIA – Prezzi elettricità Mpi: +47,5% rispetto a media Ue. Iraci Sareri: “La soluzione? Togliere gli oneri generali dalla bolletta”
Sportello EnergiaDal confronto con la media europea dei prezzi dell’energia, le micro e piccole imprese italiane ne escono a pezzi: dal 2019 al 2022 (secondo semestre) l’aumento è stato del 72,4%. In Europa la quota si è fermata al 51,6%. Uno sguardo ai dati Eurostat, al solo andamento del secondo semestre dello scorso anno, non aiuta a diminuire le preoccupazioni: le nostre imprese pagano l’energia elettrica il 47,5% in più rispetto alla media dell’Eurozona. Un divario più che doppio rispetto a quello dello stesso semestre dell’anno precedente. Lo spread del prezzo pagato dagli imprenditori italiani è ai massimi storici.
Possibili soluzioni? Una riforma strutturale del finanziamento degli oneri generali del sistema elettrico, che vanno tolti dalle bollette elettriche. Il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri, esprime “preoccupazione: tutto ciò dovrebbe far riflettere sull’urgenza di una riforma strutturale del finanziamento degli oneri generali del sistema elettrico che li rimuova dalle bollette elettriche per evitare che il finanziamento delle energie rinnovabili e adesso dell’autoconsumo ricada sulle piccole imprese”.
Colpita la prima manifattura europea
La differente evoluzione della crisi energetica sul mercato italiano, determina le più pesanti conseguenze sulla competitività delle micro e piccole imprese proprio nel Paese che ha il maggiore numero di addetti nel manifatturiero. In Italia, infatti, nelle imprese fino a 50 addetti lavorano 1.894.000 addetti, in Germania 1.560.000, in Polonia 888.000, in Spagna 838.000 e in Francia 771.000. La quota di addetti nelle imprese manifatturiere italiane è del 49,5%. Il valore medio europeo è del 30,4%.
I prezzi crescono, ma in modo diverso
I prezzi crescono, ma a velocità diverse. Nell’analisi del prezzo medio dell’energia elettrica per le imprese condotta da Arera, si sottolinea che “il differenziale rispetto all’Area euro del prezzo medio lordo ponderato rispetto ai consumi delle diverse classi, che si era attestato intorno al 20% negli anni 2020 e 2021 dopo avere raggiunto quota 32% nel 2019, balza in avanti di più di 20 punti percentuali, arrivando al 43%”. Il divario sale al 52,3% sui prezzi netti (costi di energia, vendita e rete), che in Italia salgono del 124,2%. Il secondo maggiore aumento dopo quello della Grecia tra i paesi dell’Eurozona, e oltre trenta punti superiore al +92,1% osservato nell’area a valuta comune.
Nel nostro Paese, nel mese di giugno 2023, i prezzi al consumo di elettricità rimangono del 90% superiore alla media del 2019. Un divario che è più che dimezzato in Eurozona con il 42,4%.
E c’è anche il gas
La differenza tra prezzi del gas pagati in Italia e media europea è meno marcata rispetto a quella dell’energia elettrica, però i dati non sono incoraggianti: nel 2021, in Italia, si registrava un prezzo all inclusive inferiore del 7,3% alla media dell’Eurozona. Un anno dopo sale all’11,8% e, per i prezzi netti, al 30%.