ENERGIA – Nuova tappa verso definitiva liberalizzazione mercato elettrico. Iraci Sareri: “Scegliere ora, senza attendere le aste del 2022”. Bollette piccole imprese italiane le più care d’Europa
Sportello EnergiaNuova tappa verso la definitiva liberalizzazione del mercato elettrico. Dal primo luglio 2021 tutte le piccole e micro imprese, queste ultime con potenza superiore a 15kW, per la fornitura di energia elettrica sono passate automaticamente nel mercato libero tramite il servizio definito a Tutele Graduali che, nel caso del Veneto, è stato affidato alla società lombarda A2A energia. Non saranno quindi più fornite dalla società Servizio Elettrico Nazionale. Il prossimo passaggio sarà a gennaio 2023 quando saranno le imprese con potenza contrattualmente impegnata fino a 15 kW, a passare in automatico con il fornitore che vincerà l’asta territoriale che verrà avviata presumibilmente nel 2022.
La stessa cosa avverrà anche per le forniture domestiche. In questo caso, chi non avesse ancora scelto un fornitore di energia elettrica e anche del gas, con il primo gennaio 2023 passerà in automatico all’azienda fornitrice che vincerà l’asta per tali utenze.
“Siamo di fronte ad un cambiamento epocale che troverà molti impreparati, per questo è bene informarsi se non convenga già scegliere un fornitore nel libero mercato senza attendere il risultato delle aste – commenta Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –. Il CAEM, Consorzio Acquisti Energia & Multiutility promosso da Confartigianato Verona, negozia da anni le tariffe elettriche per conto delle imprese consorziate ed è in grado di offrire uno sconto importante per l’elettricità e il gas utilizzato nelle aziende. Anche nel caso delle forniture domestiche abbiamo ottenuto risultati rilevanti, visto che sono più di 40.000 in tutta Italia i contratti gas ed energia elettrica attivati grazie alla proposta che abbiamo strutturato con AIM Energy, soggetto che ha saputo bene interpretare le esigenze di risparmio delle nostre famiglie”.
Tutto ciò, mentre Confartigianato, in un rapporto del proprio Ufficio Studi che analizza squilibri e distorsioni nel mercato energetico a danno della competitività dei piccoli imprenditori, denuncia che la bolletta elettrica delle piccole imprese italiane è la più cara d’Europa. Gli artigiani e i piccoli imprenditori che consumano fino a 20 MWh (vale a dire l’87,8% dei punti di prelievo del mercato elettrico non domestico) pagano il prezzo più alto dell’elettricità nell’Ue, superiore del 18,1% rispetto alla media dei loro colleghi dei Paesi dell’Eurozona. Un gap che si mantiene costante da anni: dal 2008 al 2020 il maggiore costo dell’elettricità pagato dalle piccole italiane rispetto all’Ue si attesta su una media del 25,5%.
Il caro-energia riguarda più in generale la fascia di consumi fino a 500 MWh che comprende tutte le micro e piccole imprese italiane (pari al 99,4% dei punti di prelievo e al 40,4% dei consumi elettrici non domestici) e vede l’Italia al secondo posto in Europa, dopo la Germania, per il prezzo più alto dell’elettricità, con un maggiore costo del 9,3% rispetto alla media Ue.
A gonfiare il prezzo finale dell’energia per le nostre piccole imprese sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20 MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell’Eurozona.
Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori: ancora una volta le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore, con il 14,7% dei consumi, la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%.
“In pratica – sottolinea Iraci Sareri – ai piccoli imprenditori si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato, da un lato ripartendo in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda, dall’altro spostando parte del peso dalla bolletta alla fiscalità generale”.
Alla luce di ciò e del passaggio al mercato libero, l’invito dell’Associazione artigiana scaligera, quindi, è di non attendere il 31 dicembre 2022, ma di attivarsi immediatamente, anche mettendosi in contatto con il Settore Energia di Confartigianato Imprese Verona per conoscere le proposte di fornitura. “Peraltro – conclude il Presidente Iraci Sareri –, la nostra prassi è basata sull’assoluta trasparenza e correttezza: le imprese possono inviarci le più recenti bollette e il personale procede ad un’analisi dei consumi e dei costi, potendo indirizzare sulla migliore e più conveniente scelta di fornitura. Il vantaggio, inoltre, è anche quello di avere sempre un riferimento presente nel territorio e non contatti con numeri telefonici verdi di cortesia o risponditori automatici. Anche questo è un valore aggiunto che Confartigianato Verona vuole mantenere e rafforzare in favore delle imprese della provincia”.