Sanificazione, igienizzazione, disinfezione e altri termini vengono spesso usati in maniera scorretta e altrettanto scorrettamente interpretati. C’è anche chi della scorrettezza fa un guadagno, proponendo alle aziende costosi servizi che potrebbero rivelarsi totalmente inutili, o quantomeno non così efficaci come viene “venduto” per giustificare i costi elevati.

In tutto questo, le imprese rischiano di buttare tempo e denaro nella rincorsa delle migliori soluzioni per aderire ai protocolli di sicurezza per il contrasto al contagio da Covid-19. A generare ulteriore confusione pare che contribuiscano gli stessi documenti rilasciati a livello istituzionale, proprio per i protocolli e le varie linee guida. Confartigianato ha più volte sollecitato chiarimenti.

Informazioni più precise, assieme a una definizione del termine “sanificazione”, arrivano da una circolare del Ministero della Salute del 22 maggio, che chiarisce in che modo vadano messe in atto le misure contenitive del contagio in particolare per quanto riguarda la disinfezione di superfici di contatto e ambienti interni, con un focus anche sull’abbigliamento.

Ma quelli che si attendono sono gli sviluppi che arriveranno a seguito di un’interpellanza presentata nell’ambito della discussione sul Decreto Liquidità, che impegna il Governo a fugare ogni dubbio sulla materia, che, lo ricordiamo, coinvolge le imprese anche sul piano economico, in merito alle spese ammesse al beneficio del credito di imposta.

Per il momento, dunque, in attesa di eventuali chiarimenti univoci, proponiamo in allegato il materiale informativo ufficiale messo a disposizione dall’Istituto Superiore di Sanità, oltre alla recente circolare del Ministero della Salute datata 22 maggio 2020.