FISCO – Pochi giorni al 1° luglio, data “horribilis” per cittadini e imprese a causa delle troppe scadenze fiscali. E la tanto sbandierata semplificazione?
Consulenza Fiscale e AziendaleContabilità e TributiMancano pochi giorni al 1° luglio, data che cittadini e imprese hanno atteso e stanno attendendo con apprensione, a causa delle numerose scadenze che, secondo un articolo del quotidiano economico Il Sole 24 Ore, riguarderà oltre 3 milioni di persone.
Pare che l’Italia sia uno dei paesi nei quali la popolazione viene ciclicamente costretta a farsi prendere dalla cosiddetta ”ansia da adempimento”, una simbolica “patologia” generata da alcuni “vizietti” statali che pare non si riescano proprio a debellare: un peso della burocrazia fiscale decisamente superiore ai competitor internazionali, i ritardi con cui vengono messi a disposizione dei contribuenti gli strumenti (es.: software ecc.) per ottemperare agli obblighi, la continua introduzione di nuovi adempimenti senza l’accortezza preventiva di valutare il loro impatto sull’ordinaria e precedente agenda delle scadenze.
Dunque, cosa accadrà il 1° luglio? Ecco il preoccupante elenco delle scadenze.
- > Entra a regime la fattura elettronica, che dovrà essere emessa entro 10 giorni dall’operazione. Chi non lo farà, tra i 3,2 milioni di contribuenti, rischia quelle sanzioni che sono rimaste in stand by fino al 30 giugno.
- > Debutta il processo tributario telematico: sparisce l’alternanza fra procedura cartacea o procedura digitale. Di conseguenza si impone, per ogni causa ma salvo eccezioni, la procedura telematica.
- > Prendono il via gli scontrini telematici: scatta l’obbligo di memorizzazione elettronica e invio telematico dei corrispettivi all’Agenzia delle entrate per chi (si calcolano 261mila esercenti) ha un volume d’affari che supera i 400mila euro annui.
- > Rottamazione ter: chi ha aderito dovrebbe ricevere il responso del Fisco con l’accoglimento della domanda (e il conto da pagare) o l’eventuale rifiuto con tanto di motivazioni.
Per quanto riguarda i versamenti, sempre con scadenza al 1° luglio:
- > Irpef, Ires e Irap. Ricorda “Il Sole 24 Ore”: «Per i contribuenti che presentano i modelli Redditi 2019 e Irap 2019, il 1° luglio è l’ultimo giorno per versare il saldo delle imposte per il 2018 e la prima rata di acconto per il 2019. Sono chiamati alla cassa i contribuenti che presentano Redditi 2019 PF (persone fisiche), Redditi 2019 SP (società di persone) e Redditi 2019 SC (società di capitali ed enti commerciali con esercizio che coincide con l’anno solare) e Redditi 2019 Enc (enti non commerciali).
- > Redditi soggetti a tassazione separata: si deve procedere al versamento di un acconto nella misura del 20%, usando il modello F24.
- > Iva 2019: versamento a saldo per il 2018 o prima rata. I contribuenti che, entro il 16 marzo 2019, non hanno pagato il saldo Iva o la prima rata per l’anno 2018, possono eseguire il pagamento delle somme dovute con la maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successiva al 16 marzo.
- > Contributi Inps o tardivi versamenti Imu 2018.
- > Versamenti Ivie (imposta sul valore degli immobili) e Ivafe (imposta sul valore delle attività finanziarie).
- > Cedolare secca sugli affitti.
Tra le numerose scadenze rientrano, anche: il versamento rateale dell’imposta di bollo, l’imposta sulle assicurazioni, il diritto annuale alla Camera di Commercio, la definizione degli atti di accertamento, il ravvedimento sprint degli omessi versamenti di imposte e ritenute, l’imposta di registro e il versamento delle ritenute operate nel 2018 dai sostituti di imposta che nell’anno erogano soltanto compensi di lavoro autonomo a non più di tre persone, ed effettuano ritenute d’acconto per un totale entro 1.032,91 euro.
Vista la situazione, per quanto riguarda il futuro, il cosiddetto “Pacchetto Imprese” del governo è atteso con speranza, sul fronte di alcune semplificazioni, che, nel dettaglio sono:
- > eliminazione della mini Ires con lo sconto di nove punti per sostituirla con una progressiva diminuzione dell’imposta sul reddito d’impresa: al 22,5% nel 2019, al 21,5% nel 2020, al 20,5% nel 2021 e al 20% dal 2022. La tassazione agevolata IRES si applica esclusivamente agli utili reinvestiti in azienda;
- > mantenimento del superammortamento per l’acquisto di beni strumentali al 130%. E’ previsto un tetto agli investimenti agevolabili con superammortamento, pari a 2,5 milioni d euro
- > mantenimento della promessa della deducibilità IMU industriale, che viene alzata al 50% nel 2019, al 6% nel 2020 e 2021, per arrivare al 70% nel 2022
- > apertura alla rottamazione dei tributi comunali come multe, Imu, Tari. Saranno però gli enti locali, con specifica delibera, a decidere se applicare la rottamazione
Inoltre:
- > darà il via ai nuovi voucher per la digitalizzazione delle Pmi;
- > sosterrà i marchi storici (con almeno 50 anni) del Made in Italy e contrasterà l’italian sounding (imitazione di un prodotto/denominazione/marchio attraverso un richiamo alla sua presunta italianità del tutto inesistente);
- > inserirà alcuni bonus fiscali per l’edilizia.