#CIMETTOLAFACCIAPERLAVORARE – LA MANIFESTAZIONE VIRTUALE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE VERONA E DEGLI ARTIGIANI VERONESI
AlimentazioneAmbienteANAP PensionatiArtigianato Artistico...Questa mattina, lunedì 4 maggio 2020, alle 11, la Sala Blu di Palazzo Barbieri ha ospitato una “manifestazione virtuale” organizzata da Confartigianato Imprese Verona. Una diretta on-line in videoconferenza su maxischermo, che mandato in video i volti degli imprenditori che hanno aderito alla chiamata dell’Associazione per l’iniziativa intitolata “Ci metto la faccia per lavorare”
Un evento al quale ha preso parte il Sindaco di Verona, Federico Sboarina, che ha aperto i lavori, il Presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio, assieme al Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri.
“Aderendo responsabilmente alle norme e alle indicazioni di prevenzione degli assembramenti – ha spiegato il Sindaco Sboarina –, l’Associazione artigiana ha scelto di dare vita, non ad una manifestazione di piazza, ma ad una iniziativa virtuale e silenziosa, utilizzando la tecnologia. Una scelta credo unica, che nessuno aveva ancora sperimentato. Per questo e per le motivazioni che la muovono, a tutela delle micro, piccole e media imprese del nostro territorio, Confartigianato ha e avrà l’Amministrazione comunale di Verona al suo fianco”.
Nell’arco di 27 minuti di diretta, si può stimare un numero globale di collegamenti di circa 500 imprenditori, con una media variabile tra i 170 e i 230, fino ai picchi limite di 250, con continui ingressi e subentri. Il mosaico dei collegamenti è stato proiettato su maxischermo alle spalle dei relatori.
Nel corso dell’appuntamento, il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri, accompagnato dal Vicepresidente Giandomenico Franchi e dal Segretario, Valeria Bosco, ha presentato al Sindaco le motivazioni dell’iniziativa, i punti principali sui quali si basa la volontà di ripresa delle attività ancora ferme da Decreto e le richieste di concretezza relativamente ai provvedimenti di sostegno al mondo piccolo-imprenditoriale, drammaticamente colpito dalle misure di contenimento del contagio da Covid-19.
“Oggi, lunedì 4 maggio, inizia in tutta Italia la cosiddetta ‘fase 2 – ha affermato Iraci Sareri –. Possono finalmente riaprire le attività del commercio all’ingrosso, del manifatturiero e delle costruzioni. Le imprese artigiane della provincia di Verona coinvolte sono 10.298, raddoppiando di colpo la platea delle imprese aperte che diventano oltre 21.914, l’88,5% del totale. Anche gli addetti che tornano al lavoro si moltiplicano passando da 27.499 a 52.668, pari al il 90,6% del totale dell’artigianato scaligero. Purtroppo, il mio e nostro primo pensiero va ancora alle attività artigiane che devono continuare a restare chiuse, rinunciando a lavorare, a guadagnare e a pagare i dipendenti, dovendo anche lottare contro l’abusivismo di chi se ne infischia delle regole e visita a casa i clienti, con tutti i rischi che ciò comporta. Mi riferisco ad acconciatori, estetisti, onicotecnici, nail artist, tatuatori, piercer, centri benessere, toelettatura animali, palestre, e tutti gli altri operatori artigiani bloccati, senza dimenticare i colleghi imprenditori non artigiani, del commercio al dettaglio, della ristorazione, del turismo, delle strutture ricettive e di tutte quelle realtà costrette a guardare le serrande aperte degli altri, mentre le loro restano chiuse. Pensate che abbiamo stimato perdite di fatturato fino all’80%, di mancati incassi per le precedenti forniture a causa della chiusura dei locali, di prodotti in giacenza prossimi alla scadenza, con nessuna certezza di ripresa del mercato, per la categoria dell’alimentazione artigiana i cui fatturati dipendono in grossa parte dal sistema ricettivo, della ristorazione e del turismo”.
Quelle che restano sicuramente aperte, invece, secondo Confartigianato Verona sono le molte ferite, “perché – ha aggiunto il Presidente – oltre a mesi di balletti tra chiusure e aperture, quello che ci rimane è l’incertezza sul lavoro e i mercati. Sia chi è sempre rimasto aperto, sia chi lo ha fatto mano a mano seguendo i decreti, sia chi ha dovuto ingegnarsi con consegne a domicilio e asporto, ha comunque dovuto affrontare una drammatica riduzione di commesse, lavori, clienti, fino a rasentare un mortale 60 o 70% di fatturato. Ricordiamolo: con questa sorta di fase 2, i problemi delle piccole imprese non sono di colpo risolti. Anzi, la lotta vera inizia ora! Abbiamo chiuso botteghe, laboratori, cantieri, saloni e officine, perdendo ogni certezza nel futuro. Ci è stato promesso sostegno e ci sono arrivate solo proroghe di tasse e scadenze che comunque dovremo pagare, magari non avendo lavorato un giorno per mesi o settimane. Ci è stato garantito supporto e ci hanno elemosinato di qualche centinaio di euro, che qualcuno addirittura non ha visto. Ci hanno assicurato aiuti e ci hanno chiesto di indebitarci. Siamo qui per dire basta: è tempo di scelte coraggiose, gravi, come lo è la situazione, e immediate”.
Per Confartigianato provinciale, va accelerata una fase 2 intelligente che non riduca di un millimetro l’attenzione prioritaria sulla protezione della salute, ma che inauguri nuove logiche di gestione del rischio. “E’ ormai evidente a tutti – sono state le parole del Presidente – che il pericolo del virus non cesserà in un giorno, neppure in una settimana e nello scenario migliore saremo attesi da mesi di convivenza che lasceranno un segno permanente nel nostro modo di vivere. Per questo, al fianco del Sindaco di Verona, che ringraziamo per l’ospitalità e che, in questo momento vogliamo idealmente considerare come un rappresentante di tutte le amministrazioni e istituzioni locali della nostra provincia, desideriamo ricordare nuovamente i rischi di interventi deboli, persino profondamente sbagliati, a sostegno di un tessuto imprenditoriale che, se cadesse davvero sotto i colpi di una crisi sanitaria imprevedibile e di una risposta economica inadeguata da parte dello Stato, metterebbe davvero in ginocchio l’economia dell’intero territorio. Giova, per l’ennesima volta, ricordare come il tessuto economico della provincia di Verona si regga sulle micro, piccole e medie imprese, per oltre il 94%”.
L’appoggio pieno alle istanze dell’Associazione artigiana è stato confermato anche dal Presidente del Consiglio Comunale, Ciro Maschio, che ha affermato di essere “consapevole che artigiani e Pmi, come molte altre categorie, vivono un presente drammatico e hanno bisogno di soluzioni immediate e concrete. Ma sarebbe irresponsabile, illusorio e demagogico alimentare la speranza che tutti i consumi riprendano a crescere d’incanto a partire da oggi. Senza rinunciare ad accelerare la ripresa, dobbiamo piuttosto assicurare a chi lavora il massimo sostegno finanziario, fiscale, creditizio, formativo, di servizio, per affrontare il tempo che sarà necessario per ripristinare condizioni di normalità”.