COVID-19 – Lettera di Confartigianato con appello a tutti i sindaci della provincia: ridurre la Tariffa Rifiuti per le micro-piccole imprese
28 Maggio 2020

COVID-19 – Lettera di Confartigianato con appello a tutti i sindaci della provincia: ridurre la Tariffa Rifiuti per le micro-piccole imprese

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Confartigianato Imprese Verona torna a rivolgersi, questa volta con una lettera, a tutti i sindaci dei 98 comuni della provincia per chiedere un “doveroso – lo definisce il Presidente Roberto Iraci Sareriintervento sulla Tari, la tariffa rifiuti, che le piccole imprese si ritroveranno a pagare a fine giugno nonostante mesi di chiusura attività, senza produzione di rifiuti e con fatturati più che dimezzati anche dopo la riapertura”.

Ad inizio maggio, proprio a seguito delle richieste avanzate da Confartigianato ad Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, finalizzate ad ottenere una riduzione della Tariffa Rifiuti per le imprese, la stessa ha accolto la sollecitazione, emanando la delibera 158/2020 che disciplina la riduzione della Tari 2020 per le utenze non domestiche colpite dalla crisi determinata dall’emergenza Covid19.

Una deliberazione che per i Comuni si traduce nell’obbligo di applicare uno sconto alla quota variabile della Tari, operando, però, una suddivisione degli utenti non domestici: le attività che sono state costrette alla chiusura per Decreto e riaperte dal 5 maggio, per le quali è prevista una riduzione obbligatoria, da applicare alla parte variabile delle tariffe e da calcolare in modo proporzionato al periodo di chiusura; le attività chiuse e non riaperte dal 5 maggio, per le quali vale una riduzione obbligatoria della quota variabile pari al 25%, corrispondente a tre mesi di chiusura; e infine le imprese che hanno chiuso spontaneamente, quindi non per legge, ma per mancanza di clienti e lavoro, per le quali lo sconto è facoltativo. Per quest’ultima opzione, il Comune o l’Autorità d’ambito, possono decidere se prevedere o meno l’agevolazione, e l’unica indicazione fornita da Arera è che la riduzione in fattura sia commisurata ai minori quantitativi di rifiuti prodotti. Per ottenere lo sconto, l’utente deve presentare domanda attestando con autocertificazione il periodo di chiusura dell’attività e documentando la conseguente minore produzione di rifiuti.

“Alcune Amministrazioni e Municipalizzate – afferma il Presidente di Confartigianato Imprese Verona – hanno dimostrato attenzione e sensibilità sui pagamenti dei servizi di pubblica utilità, disponendo il rinvio dei termini di scadenza o dilazionando i pagamenti. Un rinvio è pur sempre un aiuto, che auspichiamo venga attuato anche da chi non lo ha ancora fatto, ma la realtà è che non è una soluzione sufficiente per aiutare le imprese, moltissime delle quali, oggi, non sono nelle condizioni di pagare. La Tari, per alcune imprese, può rappresentare un onere di migliaia di euro. Si va dagli importi medi inferiori a 200 o 300 euro, per un negozio tipo di acconciatura, sino agli oltre 2 mila per un’azienda tipo manifatturiera, con punte anche di 4 mila euro”.

Per questo motivo, in questi giorni i sindaci stanno ricevendo da Confartigianato una lettera, nella quale viene richiesta un’effettiva e concreta riduzione della tariffa.

“Alle amministrazioni locali – conclude il Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, con le quali il dialogo è attivo, costante e collaborativo, rivolgiamo l’invito a deliberare una riduzione che vada ben oltre la delibera Arera, e che valga per tutte le attività, anche per quelle costrette a chiudere per mancanza di clienti e lavoro. Auspichiamo, inoltre, procedure semplici ed uniformi su tutto il territorio, per non creare disparità e per questo ci appelliamo anche alla rappresentanza territoriale dell’Anci, l’Associazione Comuni Italiani. Siamo consapevoli dei contraccolpi economici che le stesse Amministrazioni comunali stanno subendo, ma pur a fronte di importi non elevati, per una micro o piccola impresa ogni euro di risparmio può essere vitale e determinante rispetto al taglio di posti di lavoro o alla chiusura definitiva: significherebbe vedere i nostri paesi svuotati della vitalità, sociale ed economica, generata da sempre dalle nostre attività”.