CORONAVIRUS – Le richieste di Confartigianato Trasporti al MiT per comparto Trasporto Persone
Trasporti - Logistica - MobilitàAlla presenza del Sottosegretario ai Trasporti, Salvatore Margiotta, si è tenuta oggi la riunione sugli effetti dell’emergenza coronavirus per il trasporto persone non di linea. Data la criticità della situazione, i rappresentanti della Confederazione hanno partecipato tramite collegamento in videoconferenza ed inviato un proprio documento di posizionamento con le proposte operative.
Il Sottosegretario ha annunciato che il Governo sta lavorando ad un provvedimento urgente per il sostegno all’economia, ribadendo la necessità condivisa di intervenire sul settore Turismo allargato. Il decreto legge non potrà vedere luce prima di mercoledì per consentire il voto del Parlamento sullo scostamento bilancio. Il Ministero dei Trasporti ha comunque fornito alle associazioni convocate le seguenti risposte:
- le questioni sanitarie legate al trasporto sono state sottoposte agli esperti sanitari per dare indicazioni precise;
- nessuna restrizione alle attività di trasporto persone è contenuta nei DPCM o ordinanze protezione civile;
- rispetto agli aiuti economici si sta ragionando su misure di tipo generale e non settoriale (ammortizzatori sociali, sospensioni imposte, indennizzi, ecc.) allo studio del MEF;
- per quanto riguarda le questioni locali legate alla gestione di zone ZTL, fondi regionali, normativa specifica locale, il Governo farà accompagnamento per rendere omogenei i comportamenti, ferme restando le prerogative degli enti e delle istituzioni locali;
- verranno esaminati tutti i documenti presentati dalle Associazioni per prendere il meglio delle proposte.
IL DOCUMENTO CON LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO TRASPORTI
Emergenza Coronavirus
incontro presso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
lunedì 9 marzo 2020
Interventi per il settore TAXI e NCC – Osservazioni di Confartigianato Imprese
Premessa
Il nostro Paese si è trovato, nell’arco di una settimana, a dover fronteggiare una situazione senza precedenti, probabilmente mai accaduta prima con questa intensità, che ci sta costringendo a cambiare, ora dopo ora, le nostre abitudini.
In pochi giorni abbiamo conosciuto l’angoscia di vedere affiancati, con drammatica plasticità, i rischi e gli effetti immediati per la salute delle persone, con i rischi di una prospettiva incerta, non nei prossimi anni, come pure ci eravamo abituati a vivere, ma addirittura nei prossimi mesi.
Per questo il nostro impegno, anche in questa sede, è rivolto alla tutela di quelle imprese, micro e piccole, che costituiscono l’ossatura portante non soltanto della nostra economia, ma anche – e soprattutto – della nostra società.
In questo senso, Confartigianato Imprese, richiamata al proprio senso di responsabilità dalle preziose parole del Capo dello Stato, intende muoversi e agire in un contesto orientato al massimo rispetto delle disposizioni diramate dalle autorità competenti, nell’intento di fornire ogni utile supporto per il recupero della “normalità”.
Noi possiamo contribuire ad interrompere la spirale di incertezza e paura, cercare di contrastare i comportamenti irrazionali, provare ad essere ottimisti e guardare oltre, convinti della capacità di tutto il Paese di fare squadra di fronte alla calamità. Siamo capaci di farlo e ne abbiamo dato prova in molte occasioni, anche se questa volta ci appare tutto diverso.
Per questo noi riterremo giusti “per definizione”, in questa fase, i provvedimenti che il Governo e tutte le Istituzioni hanno preso e prenderanno, assumendoci la responsabilità, semmai, di fornire ogni utile elemento di conoscenza reale della situazione e le nostre idee di miglioramento.
Il senso delle politiche messe in campo in queste ore è quello di limitare i danni immediati alla struttura produttiva, ma occorre anche elaborare una visione di più lungo respiro, operando su almeno tre diversi livelli di intervento:
a) Contenimento della diffusione dell’epidemia e degli impatti diretti sui cittadini e sul sistema sanitario, contemperato e proporzionale alle esigenze di sicurezza e salvaguardia delle attività economiche;
b) Contenere i danni immediati sul sistema produttivo, non sottraendo i flussi di liquidità necessari ad evitare il blocco delle attività e la possibile chiusura;
c) Prevedere misure generali volte a superare i fattori di debolezza del nostro sistema produttivo, infrastrutturale e amministrativo, peraltro già presenti prima dell’emergenza, che consentano di recuperare il più rapidamente possibile condizioni di sviluppo stabile.
Il Settore del Turismo allargato
L’impatto del Corona Virus sul turismo italiano si è avviato già dal mese di gennaio e tantissime strutture ricettive, guide turistiche, tour operator, trasporti viaggiatori, agenzie di viaggio hanno subito ripercussioni rilevanti. A questi devono essere aggiunti tutti i settori collegati del commercio, dei pubblici esercizi, culturali e ricreativi e dei servizi alla persona e di prossimità. Certamente opportuni sono stati i primi provvedimenti adottati, ma appare ora evidente che la brusca frenata richiederà ulteriori e più incisivi interventi che non potranno limitarsi alla sospensione dei versamenti fiscali, contributivi e delle utenze, oltre all’estensione degli ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito, ma sarà invece necessario intervenire sulle problematiche legate ai fabbisogni di liquidità immediata e su un sistema di indennizzi legati al blocco delle attività, sulla base degli interventi già adottati in occasione del crollo del ponte Morandi di Genova.
Il Settore del Trasporto persone
I nostri territori ci segnalano un impatto economico drammatico nel settore trasporto persone sull’intero territorio nazionale, con una riduzione di oltre il 70% delle commesse.
L’annullamento o lo slittamento degli eventi e delle manifestazioni e le previsioni per la stagione turistica fanno prevedere questo dato come strutturale per i prossimi mesi.
Sono fermi i trasporti scolastici: considerato che molti comuni pagano in base ai km percorsi si tratta di un danno certo e non recuperabile. Paradossalmente l’emergenza rappresenta un risparmio del 100% per l’ente locale e un danno del 100% per l’impresa. Gli istituti scolastici, infatti, stanno disdettando tutte le prenotazioni relative a viaggi e gite programmati fino alla fine dell’anno scolastico. E’ evidente l’intento di recuperare le ore di scuola che gli allievi perderanno a causa della sospensione forzata delle attività didattiche. Il danno è certo e non recuperabile.
Negli altri comparti del trasporto a mezzo bus turistici, legati al turismo business, agli eventi, all’incoming turistico, alle gite, registrano disdette che arrivano fino alla fine del prossimo mese di aprile, se non oltre e le imprese stanno perdendo anche tutte le prenotazioni per il periodo delle ferie estive. Il danno è certo e non recuperabile Si tratta per lo più di piccole imprese, che si trovano in grave difficoltà con la gestione del personale dipendente, con le rate dei mutui e dei leasing da pagare per l’acquisto degli autobus, per il pagamento delle scadenze fiscali e contributive, per la sussistenza stessa delle famiglie dei titolari, che vivono del lavoro nell’impresa.
Richieste specifiche del Trasporto Pubblico non di linea di Persone.
Gli strumenti di sostegno attivati nelle zone focolaio andrebbero estesi anche alla filiera del trasporto, specialmente quella passeggeri, che sta subendo gravissimi impatti economici, che vedono alcuni comparti come quelli delle crociere, dei collegamenti con le isole e dei bus turistici sperimentare cali delle prenotazioni e delle attività, in misura anche superiore al 50%. Andrebbe prevista, anche in questo caso e in prima battuta, una riduzione generalizzata della pressione fiscale, gravante su questi comparti.
In particolare queste sono le aree prioritarie sulle quali sarebbe opportuno intervenire:
- le nuove misure fiscali (ISA Fattura elettronica trasmissione telematica dei corrispettivi lotteria scontrini minor uso del contante) hanno aumentato la trasparenza fiscale dei contribuenti e sono utili per la compliance con il fisco; appare evidente, tuttavia, che se la situazione non migliora o si complica ulteriormente, andrebbero rivisti gli automatismi, che dovrebbero essere adattati alla situazione, anche per renderli “maggiormente condivisi” dalle imprese nel rapporto fisco cittadino.
- Gli acconti Irpef/IRES 2020 (giugno novembre 2020) andrebbero posticipati a saldo almeno al mese di giugno 2021. Non sarà possibile, in tale emergenza, infatti, aver maturato la liquidità necessaria per far fronte al pagamento degli acconti nel 2020, sulla base del reddito dichiarato nel 2019.
- Sarebbe necessario rendere figurativi i contributi INPS per l’anno 2020. Si tratta di interventi già assunti in passato per altre categorie (giornalisti, esercito, forze dell’ordine, lavoratori esposti amianto, ecc.). Riteniamo infatti che il settore, in quanto trasporto pubblico non di linea, soggetto a tariffa amministrata e con obblighi minimi di servizio (servizio h 24, 365 gg annuo, obbligo di prestazione in ambito comunale, utenza indifferenziata ecc.) abbia pieno titolo per richiedere tale misura.
- Sarebbe opportuno sospendere l’inserimento dei contribuenti con codice ATECO 493210/493220/503000, negli elenchi dei soggetti ad accertamento per sforamento dei parametri ISA 2020.
- Possibilità per gli autobus turistici, per un anno, di usufruire del recupero parziale della accisa sul carburante, come oggi avviene per gli autobus impiegati nei servizi di linea e per il trasporto merci.
- Al fine di favorire un ricambio generazionale e conseguire una razionalizzazione del settore, potrebbe immaginarsi un intervento di pensionamento anticipato per tutti i lavoratori (dipendenti, titolari) con 35 anni di contributi versati e 55 anni di età compiuti nel 2020, se donna e 60 anni compiuti nel 2020, se uomo. Il costo azienda per tali dipendenti e i livelli di anzianità sono insostenibili in questo contesto economico; per i titolari con tale anzianità sarà infatti assai improbabile produrre il fatturato atteso dai parametri ISA in ragione dell’anzianità di servizio e dalle patologie proprie dell’età considerata.
- Sarebbe opportuna l’estensione della CIG in deroga per tutte le imprese del settore (compresi gli organismi economici di cui all’art.7 comma 1, legge 21/92), anche se con meno di 5 dipendenti, attraverso un intervento chiarificatore del Governo presso l’INPS per lavoratori para subordinati e a tempo determinato, al fine di evitare che le sedi territoriali INPS respingano le domande avanzate dalle imprese.
- Relativamente ai servizi di trasporto scolastico sarebbe opportuna una proroga dei servizi in scadenza fino al 31/12/2020 o fino al 30/06/2021 (per quelli in scadenza nella seconda parte dell’anno), anche al fine di permettere alle imprese di recuperare la disponibilità necessaria ad effettuare gli investimenti in automezzi per le nuove gare di appalto.
- Previsione della esenzione, per un anno, dalle imposte comunali.
- Infine si pone l’attenzione su alcuni provvedimenti che potrebbero favorire gli investimenti nel settore e attuare un circolo virtuoso con positive ricadute generali:
- > IVA agevolata per acquisto di beni e servizi inerenti l’attività, visto il regime IVA in vigore;
- > oltre alle eventuali moratorie sul pagamento delle rate, relativamente a mutui e leasing in corso, sarebbe necessario un rafforzamento delle linee di credito verso le imprese da parte degli istituti di credito, agevolato da interventi pubblici di accompagnamento, come l’accesso agevolato alla garanzia pubblica del Fondo Centrale di Garanzia e l’aumento della intensità dell’aiuto;
- > riduzione del 50% dei premi assicurativi (RC auto) causa la perdita delle commesse nel momento di picco della stagione.
Solo in tale contesto di richieste, avrebbero ragion d’essere i provvedimenti come il differimento di imposte tasse e contributi proposti in queste ore, oppure la sospensione o il differimento di mutui a qualunque titolo accesi. Abbiamo apprezzato il primo intervento che ha ampliato la possibilità di estendere gli strumenti degli ammortizzatori in essere dalle attuali 20 settimane a 40 settimane come una prima risposta per affrontare l’emergenza.
Se non trovassero ascolto le richieste sopra specificate ci troveremo tra un anno, oltre al danno di dover chiudere le imprese, anche la beffa, ad imprese chiuse, di dover pagare quanto dovuto – a qualsiasi titolo – nel 2020 senza averne la possibilità, in quanto privi della risorsa fondamentale: il lavoro.
ALLEGATO
Documento Confartigianato Trasporti