CARO METANO - Confartigianato Trasporti denuncia il rischio paralisi della logistica: “Necessarie misure d’urgenza”
28 Ottobre 2021

CARO METANO – Confartigianato Trasporti denuncia il rischio paralisi della logistica: “Necessarie misure d’urgenza”

Trasporti - Logistica - Mobilità

Confartigianato Trasporti, Assopetroli e le altre Associazioni dell’autotrasporto hanno deciso di scrivere al Governo in merito ai pesanti rincari del prezzo del metano, denunciando i rischi di un blocco imminente della logistica se non si adotteranno i giusti correttivi.

Nello specifico, le associazioni hanno messo in luce gli effetti drammatici connessi al persistere della situazione attuale per cui è impossibile, per mancanza di urea (additivo derivato dall’ammoniaca che riduce le emissioni dei motori diesel Euro 5 ed Euro 6), trovare l’AdBLue che permette ai veicoli diesel più nuovi di viaggiare.

A tali preoccupazioni si sommano anche quelle degli automobilisti, per gli aumenti dei prezzi di tutti i carburanti, compreso dunque il gas metano, che coinvolgono anche la categoria degli Autoriparatori. “Con le trasformazioni dei veicoli a benzina per l’installazione di impianti GPL e GNC/CNG – spiega Confartigianato Imprese Verona – si punta al risparmio economico e alla diminuzione di emissioni inquinanti, con chiari vantaggi per l’ambiente, ma con la situazione venutasi a creare in questi mesi a causa dei continui rincari e della carenza di gas naturale, la categoria degli autoriparatori teme che inizino ad arrivare le prime disdette sugli appuntamenti già fissati per i lavori di installazione degli impianti”.

 

Il testo della lettera inviata al Governo

La ripresa dell’economia e dei consumi, dopo oltre un anno di contrazione dovuta alla crisi pandemica, ha innescato un aumento esponenziale dei prezzi dell’energia all’ingrosso in tutta Europa, del quale stanno facendo le spese tutti i settori produttivi, nonché i consumatori.

L’impennata dei prezzi del gas naturale, componente indispensabile per la sintetizzazione dell’AdBlue (l’additivo che contribuisce a ridurre le emissioni di ossidi di azoto dei motori diesel Euro 5 e superiori, in assenza del quale gli stessi smettono di funzionare), ha già portato, nelle ultime settimane, a far più che raddoppiare il prezzo al consumo di questo prodotto, che inizia ora a scarseggiare sul mercato. Una delle principali aziende produttrici di AdBlue nel nostro Paese, emblematicamente, ha annunciato l’intenzione di sospendere la produzione dell’additivo per almeno quattro settimane, al fine di arginare le perdite economiche causate dalle marginalità ormai azzerate.

La carenza di AdBlue sul mercato rappresenta un problema della massima urgenza non solo per i proprietari di automobili con motorizzazioni Euro 5 e Euro 6, ma anche – e soprattutto – per il comparto del trasporto commerciale.

Se infatti per un’auto diesel un pieno di additivo può durare per circa 10-15 mila km di percorrenza, il fabbisogno di AdBlue per i mezzi pesanti è notevolmente più elevato. Si stima che i mezzi immatricolati e adibiti al trasporto merci che rischiano di rimanere fermi, nel giro di una manciata di giorni, a causa di un corto di AdBlue siano 1,5 milioni, di cui oltre 300 mila aventi portata superiore a 35 quintali.

Alla situazione sopra descritta, già grave di per sé, si somma inoltre un effetto perverso e paradossale: se non si interviene subito, si interrompe la dinamica virtuosa che sta guidando la transizione ecologica del settore dell’autotrasporto e risulterebbero vanificati gli sforzi di un comparto, prevalentemente costituito da micro, piccole e medie imprese che hanno investito nel rinnovo del proprio parco mezzi al fine di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale degli stessi.

Si evidenzia inoltre che le imprese di autotrasporto sono già fortemente sotto pressione a causa del generalizzato aumento dei prezzi dei carburanti. Peraltro, poiché dal 1° gennaio 2021 i mezzi Euro 5 e Euro 6 sono gli unici a poter beneficiare del rimborso parziale delle accise sul gasolio commerciale (ex Decreto Legislativo n. 504/95, Art. 24-ter, Punto 4-bis della Tabella A), il blocco di questi mezzi rischia di mettere ancor di più in crisi l’operatività del comparto dell’autotrasporto, provocando un ulteriore aumento dei costi di trasporto.

Alla luce di quanto rappresentato, al fine di evitare l’ormai imminente blocco della logistica, si esorta il Governo ad adottare con urgenza alcune misure transitorie, agendo lungo due direttrici:

  1. Prevedendo un credito d’imposta temporaneo per l’acquisto di gas naturale impiegato per usi industriali che garantirebbe, insieme alla riduzione dell’aliquota IVA al 5% già in vigore, sia un’immediata ripresa della produzione di tutte quelle filiere industriali ad alta intensità di consumo di gas naturale (il riferimento non è solo al già citato AdBlue, ma a molti altri processi produttivi quali, a titolo d’esempio, quello dei fertilizzanti per l’agricoltura), che una distensione dei prezzi al consumo. Questa misura, della massima urgenza, dovrebbe trovare spazio già nel DL Fiscale, attualmente all’esame del Parlamento;
  2. Prevedendo un credito d’imposta temporaneo per le aziende di autotrasporto in possesso di veicoli commerciali di categoria Euro 5 o superiore, che si trovano schiacciate sia dai rincari dell’energia all’ingrosso che da quelli dei carburanti al dettaglio e sulle quali grava il peso della ripartenza dell’economia nella fase post-pandemica. Questa misura, di carattere compensatorio, dovrebbe trovar spazio nell’ambito del disegno di legge di Bilancio.