COVID-19 – Centri estetici chiusi in aree rosse. La Presidente Calmetta: “Incredulità e rabbia per decisione immotivata. Il Governo chiarisca”
AttualitàBenessereIncredulità e rabbia da parte di Confartigianato Estetisti di fronte all’esclusione delle imprese di estetica, oltre che di tutuatori e piercer, dall’allegato 24 al DPCM del 3 novembre 2020, che elenca le attività dei servizi alla persona consentite nelle zone cosiddette “rosse”.
“Vero è che al momento il Veneto è in zona gialla, dove l’attività delle imprese di estetica, dei tatuatori e piercer è consentita – dichiara la Presidente di Confartigianato Benessere Verona, Carolina Calmetta –, ma qui non si tratta di posizioni di momentaneo sollievo, bensì di tutelare da un provvedimento gravemente penalizzante le imprese del settore, le quali, sin dalla riapertura del 18 maggio, hanno applicato con la massima diligenza le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni, intensificando le già rigide misure previste sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. Confartigianato ha chiesto di leggere e conoscere le motivazioni che hanno portato il Governo a questa decisione”.
Reduci da un periodo di chiusura prolungata che ha costretto molte aziende ad abbassare per sempre le saracinesche, “i centri estetici di Confartigianato – spiega Calmetta – hanno riaccolto la propria clientela con la professionalità di sempre, offrendo quella sicurezza che durante il lockdown primaverile è stata messa a rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi. La chiusura delle attività imposta con DPCM dell’11 marzo 2020, aveva infatti già provocato, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini, privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica.
“Questa situazione – conclude la presidente di categoria della Confartigianato provinciale – aveva provocato una prevedibile impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori che già esercitavano l’attività in forma abusiva, in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo sia igienico-sanitario e che, in quel frangente, hanno rappresentato ancor più un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola”.
L’appello di Confartigianato Estetisti al Governo è quindi quello di sanare velocemente questa pericolosa criticità autorizzando – così come previsto per i saloni di acconciatura – lo svolgimento dell’attività di estetica, tatuaggio e piercing anche nelle zone definite “rosse”, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore e dello stesso Paese.
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