ENERGIA – L'allarme sui rincari che nei prossimi mesi potrebbero innescare una vera "emergenza economica". Su L'Arena l'intervista al Presidente Iraci Sareri con le proposte di Confartigianato
31 Agosto 2022

ENERGIA – L’allarme sui rincari che nei prossimi mesi potrebbero innescare una vera “emergenza economica”. Su L’Arena l’intervista al Presidente Iraci Sareri con le proposte di Confartigianato

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Confartigianato Imprese Verona rilancia l’allarme per i pesantissimi rincari delle bollette energetiche che stanno mettendo in ginocchio le micro, piccole e medie imprese. Il Presidente provinciale, Roberto Iraci Sareri, in un’ampia intervista pubblicata oggi (mercoledì 31 agosto 2022) sul quotidiano L’Arena, afferma: “Non c’è più tempo. Molti micro e piccoli imprenditori si danno ancora qualche mese prima di procedere a scelte difficili, e le soluzioni a lungo termine sul cambio di rotta del nostro Paese in materia di politiche energetiche non serviranno a migliorare, ora e subito, la situazione. Tutte le istituzioni devono rendersi conto che questa è una vera emergenza economica e che devono adottare ogni soluzione possibile”.

La pagina de L’Arena con l’intervista (clicca)

 

Il testo integrale dell’intervista

L’esercito delle 23.802 micro e piccole imprese veronesi sta soffrendo il caro-energia: le bollette del gas e della luce quadruplicate (a volte anche fino a 6 o 7 volte) rispetto al settembre dello scorso anno, le stanno mettendo in ginocchio.

Se le dimensioni aziendali aiutano in termini di flessibilità e manovra, dall’altra preoccupa molto quello che potrà succedere fra due o tre mesi: chiusure totali o parziali.

Ne abbiamo parlato con il presidente di Confartigianato Verona, Roberto Iraci Sareri.

La situazione è grave per le micro e piccole imprese (Mpi) veronesi: a livello regionale si parla di 2,1 miliardi in più rispetto a settembre 2021, 21,1 miliardi a livello nazionale, e per quelle veronesi quanto è il caro-bolletta?

Siamo in linea con il dato nazionale e regionale, quindi è ipotizzabile stimare aumenti totali, per le micro e piccole imprese scaligere, di oltre 300 milioni di euro. Il problema è che trattare statisticamente la questione, con numeri che ballano ogni giorno, è ormai frustrante e fuorviante. Se qualcuno parla di tariffe quadruplicate, la realtà è che, ad esempio, per alcuni settori, può accadere che a fronte di una bolletta di luglio 2021 di 10 mila euro, ora ci si ritrovi a pagare anche 60 mila euro.

Lei parla di possibile ecatombe? perché? Non è esagerato?

No, perché di fronte ad una simile situazione quello che preoccupa di più è la prospettiva. I piccoli imprenditori già vivono una congiuntura drammatica, ma il problema vero è che non si scorgono all’orizzonte segnali di miglioramento, anzi. Un imprenditore artigiano vive, come tutti, di programmazione. Dopo aver già pagato bollette vergognose fino ad ora, per le prossime sarà costretto a fare due conti: la prima la paga, la seconda farà fatica, alla terza, valuterà se sospendere l’attività.

Gli aumenti in Italia non hanno lo stesso andamento rispetto all’Europa, secondo le vostre rilevazioni la crescita del prezzo al consumo dell’energia elettrica in Italia è balzata dell’85,3% contro la media del 35,4% nell’Eurozona e del 18,1% in Germania e dell’8,2% in Francia. Perché?

Partiamo da un dato di fatto che non è una novità: secondo una ricerca Eurostat, in Italia, quasi il 40% di quello che paghiamo in bolletta è costituito da tasse. Detto questo, che non è certo causa degli aumenti folli dell’ultimo anno, il nostro Paese è scelleratamente più dipendente dal gas naturale rispetto alla maggior parte dei paesi europei. Se parliamo della Francia, va ricordato che sul suo territorio sono attive centrali nucleari, mentre sul nostro no. Ma è indubbio che le nostre scelte e politiche energetiche degli ultimi 30/40 anni si siano dimostrate fallimentari.

Quali sono i settori del sistema delle Mpi veronesi che stanno soffrendo di più?

I settori più colpiti, ovviamente, sono quelli che utilizzano, per i loro processi produttivi, percentuali elevate di energia elettrica e gas, come vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare. Ma anche in questo caso, parliamo di fredde percentuali e statistiche, perché la verità è che tutte le imprese, nessuna esclusa, si ritrovano con bollette quadruplicate. Una gastronomia, un salone di acconciatura, un autoriparatore, una pizzeria al taglio, solo per citare alcuni esempi, quanto possono andare avanti con tariffe incontrollabili, nei prossimi mesi?

State già registrando delle chiusure volontarie?

Il primo passo, per un piccolo imprenditore, è quello di fare il possibile per tirare avanti, in attesa di tempi migliori. Si individuano ed eliminano gli sprechi, si contratta con i fornitori, si spegne, quando possibile, si tagliano i margini per risparmiare. Poi, purtroppo, arrivano le decisioni più dolorose: cassa integrazione, licenziamenti e quando le prospettive non danno scampo, sospensione temporanea dell’attività. Questo per dire che sì, abbiamo già ricevuto segnalazioni relative all’abbassamento di alcune serrande, ma sono molti di più quelli che le hanno in previsione nei prossimi due o tre mesi.

Quali sono le domande e le segnalazioni più frequenti che le vostre aziende vi rivolgono?

Ovviamente, ci viene chiesto se sia possibile risparmiare e la nostra risposta è sì, ma sempre tenendo conto degli aumenti. Invitiamo gli imprenditori ad aderire alle nostre proposte in tema di forniture di gas ed energia tramite il consorzio Caem, nato proprio in Veneto, oltre alle proposte di Aim Energy per le utenze domestiche. Molti nostri imprenditori, fino ad ora, hanno risentito meno degli aumenti, proprio grazie a questa soluzione.

Cosa fare ora? Non c’è tempo. La reazione dove esserci a livello di aziende, di istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee…

Infatti, non c’è più tempo. Come detto, molti micro e piccoli imprenditori si danno ancora qualche mese prima di procedere a scelte difficili, e le soluzioni a lungo termine sul cambio di rotta del nostro Paese in materia di politiche energetiche non serviranno a migliorare, ora e subito, la situazione. Tutte le istituzioni devono rendersi conto che questa è una vera emergenza economica e che devono adottare ogni soluzione possibile.

L’Europa chiede all’Italia un risparmio del 15%, cosa ne pensa? Come può essere fatto?

Tagliare i consumi è sempre positivo, quando si tratta di sprechi o eccessi, ma quando non c’è scelta, perché produrre costa, non ci sono molti margini di intervento. Diverso il discorso legato a ciò che può mettere in campo, in termini di risparmio energetico, la pubblica amministrazione. Tutti noi, comunque, dovremo davvero cambiare i nostri stili di vita e produttivi.

Le imprese cosa possono fare nell’immediato? Risparmi, sospensioni, alleanze con altri…

Le imprese stanno valutando ogni strada percorribile, che però, ora, necessiterebbe di incentivazioni a livello istituzionale. Vanno sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione di energia.

Al governo cosa chiedete? C’è la sospensione delle decisioni in attesa delle elezioni… si può aspettare?

Questo è uno dei motivi per cui, al di là di ogni colore politico ed ideologia, abbiamo accolto con grande preoccupazione l’apertura della crisi di governo. Le misure che Confartigianato chiede, da sempre, sono rivolte al governo nazionale e alle istituzioni europee. Vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo Esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore, lotta alle speculazioni. Va fissato, inoltre, un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare il bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia del sistema produttivo nazionale.