DIGITALIZZAZIONE – Reati informatici +110% in 10 anni in Veneto: sicurezza cruciale per il 42,1% delle Mpi. “Progetto banda larga regionale già slittato di 2 anni e ancora in alto mare””
AttualitàNell’ultimo decennio, in regione Veneto, i reati informatici denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria sono più che raddoppiati (+110,2%). Aumentati al ritmo del 10,1% all’anno ponendo il nostro territorio ai vertici del Paese dove, in media, tra il 2010 e il 2020, le truffe e frodi informatiche sono salite del 72,8%. Subito dietro la Sicilia (+102,9%) e l’Umbria (+102,3%). All’opposto, si osserva un dinamismo più contenuto del fenomeno in Molise (+8,0%) e Provincia Autonoma Trento (+6,1), mentre è in controtendenza la Provincia Autonoma Bolzano (-10,4%).
“La guerra in Ucraina – afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – ha messo in evidenza come uno dei caratteri dei nuovi conflitti ibridi sia quello degli attacchi informatici. Le operazioni di guerra cibernetica comprendono l’attacco a siti istituzionali e aziendali, ultimo in ordine di tempo l’attacco al sito della Polizia di Stato qualche giorno fa, mettendo in primo piano il tema della sicurezza informatica di enti e imprese. La Sicurezza informatica diventa quindi fattore cruciale anche per le MPI”.
Per cogliere il posizionamento delle imprese in relazione alla sicurezza informatica, l’Ufficio Studi Confartigianato ha esaminato i dati dell’ultima indagine dell’Istat sulla situazione e prospettive delle imprese dopo l’emergenza sanitaria, nella quale sono esplorate le tendenze di 9 fattori chiave della trasformazione digitale delle imprese e le quote di imprese che li hanno indicati come molto importanti o cruciali. Le imprese mostrano una crescente consapevolezza sui rischi della digitalizzazione e dedicano molta attenzione alla sicurezza, in termini di prevenzione di attacchi ed eventuali azioni di recupero dei dati, con il 42,1% delle micro e piccole imprese (MPI) che lo considera molto importante o cruciale. La quota è del 44,8% nelle MPI del commercio, del 41,1% nella manifattura, del 39,6% per gli altri servizi e del 37,2% per le costruzioni.
“Tra i fattori della digital transfomation – sottolinea Boschetto – il più rilevante è quello della qualità della connessione Internet, sia fissa sia mobile, considerato molto importante o cruciale dal 53,8% delle micro e piccole imprese. Per questo siamo al fianco della Regione del Veneto nella sua ‘battaglia’ sul ritardo nella realizzazione della rete di banda ultra larga in Veneto, che era prevista per il 2020. Un’assurdità alla quale bisogna porre fine. La rete va completata più rapidamente possibile e a pagare non devono essere i cittadini e le imprese che fino ad oggi non hanno potuto usufruire di una infrastruttura indispensabile per la vita di ogni giorno. Solo qualche settimana fa l’assessorato alle attività produttive ha inviato una nuova diffida al Ministero per lo Sviluppo Economico, ricordando che il progetto da 320 milioni di euro, più 80 ulteriori milioni messi a disposizione dalla Regione, è datato 2016, doveva essere concluso nel 2020 e non sarà finito nemmeno quest’anno. Il modello economico e produttivo del Veneto –conclude Boschetto – ha bisogno di una infrastruttura digitale, oggi più che mai vitale. E qualcuno deve rispondere di queste inadempienze, ma soprattutto deve fare in modo che la rete sia completata prima possibile”.