ATTUALITA’ – Lettera a Zaia da Unioncamere, Confartigianato e altre Associazioni di categoria regionali: “Così non va, porti la nostra voce a Roma”
AttualitàUndici categorie economiche del Veneto ed il Sistema camerale regionale hanno scritto una lettera al Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, indicando un’agenda delle priorità condivisa, in sei punti, da portare all’attenzione del Governo. La lettera firmata da 11 presidenti delle Associazioni di categoria, tra i quali Agostino Bonomo di Confartigianato Imprese Veneto, sottolinea l’inadeguatezza delle risposte del Governo ad una crisi economica che sta mettendo in ginocchio il sistema e la necessità di ascoltare le richieste del sistema delle imprese del Veneto che contribuiscono in modo determinante al Pil italiano.
Il Presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, spiega così il significato della lettera che “esprime fino in fondo la preoccupazione reale delle 560 mila imprese del Veneto che chiedono al Governo scelte coraggiose in grado di rispondere alle richieste del tessuto economico locale. Un’iniziativa largamente condivisa che rappresenta il segno evidente della coesione del sistema economico Veneto compatto nell’affrontare la crisi e costruire un’agenda reale delle priorità”.
“Abbiamo scritto al Presidente Zaia perché per noi rappresenta un interlocutore serio ed affidabile in grado di rappresentare, nei limiti delle sue funzioni, le istanze delle imprese al Governo. Tra la Regione e le imprese vi è un dialogo costante ed un ascolto reciproco con l’obiettivo primario di contrastare l’onda lunga di questa crisi. Siamo convinti che il Presidente saprà rappresentare le nostra istanze al tavolo con il Governo”.
“In Veneto gli indicatori economici delineano un quadro drammatico con un calo consistente dell’export ed un crollo della produzione che rischiano di tradursi, nei prossimi mesi, in perdita di posti di lavoro e chiusura di molte aziende. Per questo servono interventi urgenti su temi come la burocrazia, le opere pubbliche, il credito e le infrastrutture tecnologiche che sono alcuni punti indicati nella lettera raccogliendo le istanze che arrivano dal territorio e che dal Governo sono rimaste, fino ad ora, inascoltate”.
“Le imprese del Veneto come conferma questa iniziativa hanno le idee chiare sull’agenda delle priorità. Non abbiamo bisogno, da parte del Governo, di risorse a pioggia o di un assistenzialismo sterile che non tutela la produttività e la competitività, ma vogliamo un crono programma preciso delle misure e degli interventi. Non siamo qui a fare inutili piagnistei, ma vogliamo dal Governo azioni concrete in tempi rapidi per far ripartire l’economia”.
I punti indicati nella lettera sono riportati a seguire.
- Il credito. Esso, nei decreti del governo, è inteso nel senso di un ulteriore debito di cui gli imprenditori devono caricarsi per molti anni a venire e in una regione in cui essi da sempre sono lontani dal cosiddetto capitalismo finanziato dallo stato, questa logica appare davvero punitiva. Altrove, in Europa, si fa diversamente.
- Le infrastrutture. Nella regione, il Veneto, in cui lo Stato da sempre spende di meno, le penalizzazioni che ci vengono riservate su treni e investimenti per infrastrutture appaiono e realmente sono sanguinose. Alta velocità e metodo ponte Morandi contro la burocrazia sono le priorità.
- La cablatura. L’annuncio che essa è spostata di altri due anni, a differenza di quanto accade in altre regioni, è incomprensibile e di gravissimo danno per tutti. Non bastano i proclami a farla per poi davvero entrare nella modernità.
- La burocrazia. Si tratta di una zavorra allo sviluppo che ha raggiunto livelli ormai intollerabili e che rende assolutamente improcrastinabile l’avvio di una seria politica di deregulation.
- La promozione e la politica estera. Occorrono strategie che aiutino i driver strategici della nostra regione come la manifattura ed il turismo a competere sui mercati internazionali.
- Le risorse. I criteri per l’assegnazione delle risorse devono tener conto del contributo del Veneto all’economia nazionale e che metta fine al grosso squilibrio che contraddistingue da sempre il nostro Paese.
Come riporta il quotidiano L’Arena, immediata la risposta di Zaia: “I firmatari dicono di non essere contenti delle misure del Governo e lo dicono tutti quelli che fanno fatturato e pagano le tasse in Veneto. Mi dicono che queste misure non vanno bene e chiedono di cosa stanno discutendo agli stati generali. Mi fa piacere che si ricordi che siamo dei contribuenti netti, lasciamo ogni anno 15 miliardi a Roma. Girerò l’istanza al premier: il nostro è il modello del distretto industriale e delle pmi. Quando si fanno progettazioni di azioni a livello nazionale è bene che si ascolti anche il Veneto”.