LAVORO – In Veneto, nei primi 9 mesi del 2018, apprendistato under30 in doppia cifra: +11,2%
Relazioni sindacali - ContrattualeSERVIZI IMPRESEIn regione Veneto l’apprendistato continua a fornire un apporto positivo all’andamento all’occupazione giovanile: per il segmento dei giovani under 30, nei primi nove mesi del 2018 le assunzioni in apprendistato crescono a doppia cifra +11,2%, con un risultato di gran lunga superiore alla buona crescita nazionale “ferma” al +9,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di 28.521 assunzioni in nove mesi, 104 al giorno! Valori che emergono dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto su dati INPS.
“Con la progressiva riduzione degli sgravi contributivi per il contratto a tempo indeterminato – spiega Agostino Bonomo, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – l’apprendistato ha ripreso quota, sino a rappresentare, nella nostra regione, più di un nuovo rapporto attivato su dieci (13,7%) per giovani under 30. In chiave territoriale, in Veneto abbiamo la seconda maggiore propensione all’utilizzo dell’apprendistato dopo quella registrata in Umbria, dove si contano 17 nuovi rapporti di apprendistato ogni cento nuovi rapporti attivati per under 30; seguono il Piemonte con il 13,4%, la Toscana con il 13,2% e le Marche con il 12,3%”.
L’apprendistato rappresenta un canale privilegiato per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, con le relative assunzioni che, avendo toccato quota 28.521 nei primi 9 mesi del 2018, superano dell’80,4% le nuove assunzioni a tempo indeterminato che nello stesso periodo sono state 15.811. Anche queste ultime in forte crescita di un più 19,5% nei 9 mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Sul buon andamento degli ingressi sul mercato del lavoro dei giovani con apprendistato – afferma Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Verona – influisce la Legge di bilancio 2018, ed il recente orientamento dell’INPS sul regime contributivo per le assunzioni con contratti di apprendistato di primo livello nelle imprese fino a nove dipendenti, che accoglie una precisa richiesta avanzata da Confartigianato. In particolare, per i primi due anni di contratto vengono confermate le aliquote contributive previste per le imprese fino a 9 dipendenti (rispettivamente 1,5% e 3%) mentre a partire dal terzo anno l’aliquota passa dal 10% al 5%. Se ci ascoltano, noi sappiamo come aiutare le imprese e, di conseguenza, far ripartire l’economia e contribuire a rimettere in moto il mercato del lavoro. Al di là dei vantaggi economici, da sempre l’apprendistato rappresenta per le MPI l’opportunità per conoscere, far crescere e formare le nuove leve. Con un percorso formativo ben progettato e gestito, il giovane viene accompagnato ad imparare non solo un mestiere, ma a vivere la valenza educativa e formativa del lavoro stesso. In particolare con quello duale, attivato in collaborazione con le scuole, i CFP, gli ITS e le Università, che consente ai giovani, lavorando, di conseguire un titolo di studio”.
Seppure con numeri ancora contenuti, questa tipologia ha fatto registrare una crescita di oltre il 20% nell’ultimo biennio. Di recente per rafforzarlo, è stato sottoscritto un accordo sindacale regionale che, in linea con il precedente del 2016, prevede importanti prestazioni di sostegno alle imprese (formazione dei tutor, co-progettazione e integrazione DVR) e una borsa di studio di 1.050 euro per i giovani che si aggiunge alle misure previste in tema di previdenza complementare e assistenza sanitaria.
“Sull’apprendistato duale però – conclude Bonomo – persistono le difficoltà interpretative legate ad un incerto quadro normativo che rallenta la partecipazione delle imprese, oltreché la scarsa conoscenza dei benefici del contratto da parte delle imprese ma anche delle famiglie. Molta strada resta da fare, ma pare essere davvero questa l’unica credibile per dare una risposta ai fabbisogni professionali e formativi delle imprese. Nei giornali continuo a leggere di imprese che lamentano difficoltà a reperire nuovi lavoratori: cercano candidati che possano essere impiegati immediatamente, con alle spalle una formazione precedente acquisita sul posto di lavoro ed un’esperienza di almeno 5-10 anni. Il momento del “tutto e subito” se c’è mai stato, è finito. Dobbiamo impegnarci in prima persona come imprenditori per formare le professionalità di cui abbiamo bisogno, collaborando con le istituzioni formative di ogni ordine e grado, programmando in anticipo i nuovi ingressi e le uscite, dimostrandoci sempre disponibili a trasmettere competenze e apprenderne di nuove”.