FISCO – Indici ISA: strumento opaco e scarsamente decifrabile. Bissoli: “Impossibile fare impresa! Chiesta sterilizzazione per 2 due anni”
Consulenza Fiscale e AziendaleContabilità e TributiL’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale disorienta il mondo della piccola e media impresa. Dalle prime stime, quando siamo circa a metà dell’elaborazione delle dichiarazioni dei redditi, oltre il 37% delle oltre 290mila imprese venete soggette allo strumento risulta insufficiente, con un “voto” inferiore al 6. E non si tratta della notizia peggiore. Lo strumento, secondo Confartigianato, per ora risulta opaco e contraddittorio e la sua applicazione sembra smentire gli obiettivi di “collaborazione” e ”semplificazione” annunciati dall’Agenzia delle Entrate con la sua introduzione.
“Gli intenti fondanti degli ISA, per altro apprezzati e condivisi, di aiutare le aziende nella propria gestione economica e di semplificarne gli adempimenti fiscali, rischiano di essere pesantemente disattesi da una applicazione farraginosa dello strumento – afferma Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –. Gli ISA, introdotti nel 2017, dopo ritardi nell’elaborazione, nella messa a punto delle formule matematiche e nella creazione del relativo software di calcolo, sono divenuti operativi solo alla fine del mese di giugno di quest’anno. Si rifletta sul fatto che, solo nel 2019 sono stati oggetto di ben 4 provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate, 2 circolari esplicative, 3 decreti governativi e 7 versioni del software di calcolo. Queste ultime rilasciate negli ultimi 2 mesi. Così è impossibile fare impresa!”.
La principale conseguenza è stata un necessario procrastinarsi dell’attività di elaborazione delle dichiarazioni dei redditi che, nonostante la proroga dei versamenti al 30 settembre prossimo e di invio delle dichiarazioni al 2 dicembre 2019 concessa, sta tuttora impegnando assiduamente gli intermediari. L’oggettivo rallentamento nella chiusura delle dichiarazioni è dato proprio dal continuo aggiornamento della normativa e dal rilascio di sempre nuove versioni correttive del software di calcolo degli ISA. Per ognuna di queste si è rivelato necessario monitorare l’eventuale modifica del voto, rispetto a quello ottenuto dal calcolo elaborato con la versione precedente. Per alcuni comparti di attività, edilizia nello specifico, pochi giorni fa e in clamorosa sordina, si è venuto a sapere che i dati pre-calcolati dall’Agenzia delle Entrate e che servono per determinare il voto finale, devono essere nuovamente scaricati dal cassetto fiscale per poi procedere ad un nuovo, ennesimo ricalcolo. Con il rischio concreto di dover comunicare a queste imprese che il voto degli ISA non è più quello comunicatogli in precedenza.
“E’ come farci guidare al buio – dichiara Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto –. La pianificazione fiscale è impossibile e gli imprenditori stanno fermando gli investimenti. In questo momento – siamo ad ottobre oramai – non sappiamo ancora esattamente quanto dovremo pagare per il 2018, figuriamoci a voler ipotizzare gli importi per il 2019”.
Altra incognita è la generale difficoltà interpretativa dell’esito del voto. Pur trattandosi di un numero “secco”(da 1 a 10), i fattori descrittivi che lo determinano sono molteplici, ognuno con un proprio, ipotetico, significato: ricavi per addetto, valore aggiunto per addetto, reddito per addetto… e si potrebbe continuare. Interpretare e tradurre ciò al contribuente, in così breve tempo, non si sta rivelando agevole con un conseguente e forse inevitabile sentimento di diffidenza. Nonostante molti ISA siano ancora da elaborare, da un primo screening, seppur grezzo, emerge come diversi contribuenti, che con gli studi di settore si assestavano su un consolidato esito di “congruità”, non raggiungano neanche il 6 ottenendo addirittura punteggi al di sotto del 4.
“Chiediamo quindi con forza che gli ISA siano solo oggetto di monitoraggio per il biennio 2018/2019, disinnescando la possibilità che se ne faccia uno strumento di controllo e accertamento. Chiediamo che sia avviato da subito un tavolo di sperimentazione con la presenza essenziale delle rappresentanze datoriali, a partire da quelle artigiane. Informeremo – conclude Bonomo – tutte le Forze Politiche e, dato che siamo abituati alla concretezza delle soluzioni e non alla protesta fine a se stessa, abbiamo chiesto oggi stesso ufficialmente, con una lettera, un incontro con il neo Sottosegretario veneto all’Economia Pierpaolo Baretta, al fine di sottoporgli la nostra contrarietà e le possibili soluzioni a favore delle imprese”.