POLIZZE CATASTROFALI – Il 1° gennaio 2026 scatta l’obbligo: senza copertura si chiuderà il rubinetto del credito
11 Dicembre 2025

POLIZZE CATASTROFALI – Il 1° gennaio 2026 scatta l’obbligo: senza copertura si chiuderà il rubinetto del credito

Consulenza Assicurativa

Il countdown è stato avviato: dal 1° gennaio 2026 tutte le piccole e medie imprese dovranno avere una polizza contro i rischi catastrofali per poter accedere alle garanzie del Fondo di Garanzia per le PMI gestito da Mediocredito Centrale. Senza la copertura, la porta del credito garantito rimarrà chiusa.

La Legge di Bilancio 2024 aveva introdotto l’obbligo senza sanzioni dirette, ma il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha già segnalato che la mancanza della polizza farà venir meno una serie crescente di incentivi pubblici: dalle start-up innovative agli interventi per le aree di crisi industriale. «Ora, con la possibile esclusione anche dal Fondo di Garanzia – commenta il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Devis Zenari –, la partita diventa seria e preoccupante, soprattutto per i territori produttivi come il Veneto».

«Si parla di un cambiamento pesante – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto –, considerato che circa il 60% delle PMI italiane usa il Fondo per accedere al credito. Le imprese inadempienti rispetto alla polizza catastrofale possono essere escluse da contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere pubblico, in sostanza: da incentivi, bandi, aiuti statali o regionali”.

“Gli imprenditori non vogliono sottrarsi alle proprie responsabilità – aggiunge il veronese Zenari –. La polizza catastrofale, di per sé, è una garanzia preventiva, ma non può trasformarsi nell’ennesimo ostacolo all’accesso al credito: servono standard minimi uniformi nelle polizze per evitare differenze territoriali nei costi e nelle condizioni di sottoscrizione. Se non regoliamo il mercato e non garantiamo trasparenza, l’obbligo rischia di diventare una vera e propria penalizzazione per le PMI».

A fronte di questo nuovo scenario, Confartigianato si è attivata per rendere l’adeguamento più semplice e accessibile alle imprese. Un esempio concreto è il lavoro svolto a livello nazionale con Artigian Broker e la piattaforma sviluppata insieme all’insurtech Yolo: uno strumento digitale che consente alle aziende di ottenere preventivi personalizzati, sottoscrivere online la polizza e ricevere la certificazione richiesta dalla normativa. “Una soluzione pensata per ridurre burocrazia e tempi di attesa – spiega Giorgia Speri, Segretaria provinciale di Confartigianato –, garantendo condizioni trasparenti e un percorso più lineare per mettersi in regola. Gli imprenditori possono rivolgersi presso tutti i nostri uffici per chiedere informazioni, consulenza e supporto per la stipula rapida di Cat Nat, la polizza pensata appositamente per loro, tra l’altro a costi accessibilissimi”. Confartigianato è a disposizione allo 0459211555, oppure all’indirizzo info@confartigianato.verona.it.

Cat Nat di Artigian Broker

L’obbligo arriva in un contesto che vede gli effetti del cambiamento climatico diventare, anno dopo anno, più ravvicinati e più costosi. L’ultimo Rapporto ARERA documenta 351 eventi meteorologici estremi solo nel 2024, mentre Eurostat ed EEA stimano in 43,7 miliardi di euro i danni subiti dall’Italia negli ultimi cinque anni; il valore più alto di sempre. Il Veneto è tra i territori più esposti: secondo gli studi sul cambiamento climatico, il 55% della superficie regionale presenta un rischio elevato, in particolare per le alluvioni. I dati ISPRA confermano una forte vulnerabilità del sistema produttivo: 74.974 unità locali ricadono nelle aree a pericolosità più elevata per rischio frana e 225.874 imprese operano in zone a rischio idrogeologico significativo. Il Veneto, con il 9,3% delle attività in area a rischio alluvione, è tra le regioni italiane più esposte insieme a Liguria, Calabria, Emilia-Romagna e Toscana.

“Per quanto riguarda la provincia di Verona, non sono tanto le aziende a rischio frana a rappresentare dati significativi – spiega il Presidente Devis Zenari –, perché da noi si parla di 31 unità operative esposte ad un rischio molto elevato, 38 elevato, 119 ad un rischio medio e 8 moderato, per un totale di 233. Più incisivi i numeri della pericolosità idraulica, con elevata esposizione ad alluvioni per 3.860 aziende, 4.438 sono a rischio medio e 6.653 a rischio basso”.

Il conto economico degli eventi estremi è in rapido aumento. Uno studio della BCE e dell’Università di Mannheim stima che alluvioni, ondate di calore e siccità dell’estate 2024 siano costate 11,9 miliardi di euro e potrebbero arrivare a 34,2 miliardi entro il 2029. L’impatto non è solo ambientale: è fortemente industriale. In Italia operano 117mila imprese manifatturiere idroesigenti – 1,3 milioni di addetti – che dipendono da una risorsa idrica sempre più sotto pressione, mentre la rete nazionale registra una dispersione del 42,4%.

“In questo scenario, la copertura assicurativa è certamente uno strumento utile per mitigare i danni e tutelare la continuità aziendale – conclude il Presidente di Confartigiantao Verona, Zenari –, ma auspichiamo che un adempimento assicurativo non si trasformi in una barriera, proprio nel momento in cui le imprese sono chiamate a investire in transizione digitale, sostenibilità e competitività”.