Confartigianato Trasporti esprime contrarietà alla misura prevista dall’art. 30 della Legge di bilancio, la quale stabilisce un incremento di 4 centesimi per litro dell’accisa sul gasolio a partire dal 1° gennaio 2026. L’aumento colpirà tutti i veicoli commerciali sotto le 7,5 tonnellate e quelli superiori, se non sono almeno di classe ambientale Euro 5, indipendentemente che siano veicoli per trasporti professionali per conto terzi o per quelli in conto proprio, pari alla stragrande maggioranza del parco circolante. Una misura che rappresenta un aggravio di tassazione che penalizza imprese e lavoratori autonomi già alle prese con l’aumento dei costi di gestione.

La Legge di Bilancio 2025 aveva già previsto un allineamento graduale tra le accise su benzina e gasolio, con variazioni minime, 15,00 euro ogni mille litri per anno. Ora, con questo nuovo aumento di 4 centesimi (40 euro per mille litri), anticipato in un’unica soluzione, il provvedimento stravolge quell’equilibrio e rischia di compromettere la competitività delle imprese, che già oggi sopportano le accise più elevate d’Europa: 632 euro ogni 1.000 litri, oltre il 35% in più rispetto alla media dell’Eurozona (pari a circa 464 euro per mille litri).

“Chiediamo al Governo di ritirare o modificare la misura e di tornare a una soluzione di buon senso – dichiara il Presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani – per tutelare le imprese artigiane del trasporto e l’intero sistema produttivo nazionale”.

Rammentiamo che per l’autotrasporto esercitato con veicoli pari o superiori a 7,5 tonnellate, purché siano di classe ambientale almeno Euro V, l’aumento dell’accisa è “neutro”, in quanto ogni aumento di tale imposta è recuperato tramite la specifica dichiarazione trimestrale all’Agenzia delle Dogane essendo “sterilizzato” l’importo ad euro 403.22 per mille litri.

Si veda QUI l’apposito servizio di Confartigianato Verona.

Tabella delle tasse sul gasolio per autotrazione (ACCISA ed IVA)
Evidenziati i paesi dell’EUROZONA