AUTOTRASPORTO – La categoria chiede un incontro a Salvini e si unisce all’appello nazionale di Unatras: “Serve chiarezza, la norma sui tempi di attesa rischia di restare lettera morta”
8 Ottobre 2025

AUTOTRASPORTO – La categoria chiede un incontro a Salvini e si unisce all’appello nazionale di Unatras: “Serve chiarezza, la norma sui tempi di attesa rischia di restare lettera morta”

Trasporti - Logistica - Mobilità

Anche Confartigianato Trasporti Verona rilancia l’appello lanciato da Unatras, il Coordinamento delle Organizzazioni Nazionali dell’Autotrasporto e si unisce alla richiesta di un incontro urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Per Confartigianato, infatti, vanno riaffrontate due questioni importanti: le interpretazioni difformi su una parte del “decreto infrastrutture” (Legge 105/2025) che doveva tutelare gli autotrasportatori con nuove regole su tempi di attesa, talvolta di lunghezza esagerata, nelle fasi di carico e scarico, stabilendo degli appositi indennizzi di pagamento, e il blocco del fondo da 590 milioni di euro destinato al rinnovo del parco veicolare. Il coordinamento unitario delle associazioni di rappresentanza del settore ha inviato una lettera ufficiale al Ministro per chiedere la convocazione di un tavolo di confronto nazionale.

“La parte dell’indennizzo per i tempi di attesa del decreto infrastrutture era nata con l’obiettivo di tutelare l’anello più debole della filiera, ossia le imprese di autotrasporto – denuncia Paolo Brandellero, Presidente di Confartigianato Trasporti Verona –, ma oggi rischia di essere svuotata di efficacia da interpretazioni arbitrarie e non conformi alla ratio della norma. Il nostro settore ha bisogno di certezze giuridiche e di regole chiare e uguali per tutti”.

Nelle ultime settimane – spiegano da Confartigianato – sono emerse letture difformi delle nuove disposizioni, con alcuni soggetti della filiera che escludono l’applicazione dei risarcimenti per le attese, sostenendo che possano essere bypassati tramite accordi tra vettori e committenti.

“Quanto previsto dalla definitiva approvazione del Decreto Legge 21 maggio 2025, n. 73, il cosiddetto ‘Decreto Infrastrutture’, convertito in Legge n. 105 del 18 luglio 2025, è assolutamente necessario – continua Brandellero –. Si tratta di norme nate con l’obiettivo di assicurare la continuità dei servizi di trasporto, la tutela della sicurezza stradale, migliori condizioni di salute e per garantire la dignità a tutti i conducenti nello svolgimento delle attività, anche al fine di contrastare le morti sul lavoro. Purtroppo, nonostante le nobili e condivise finalità, nelle ultime settimane diverse realtà territoriali ci hanno segnalato interpretazioni, da parte di alcuni soggetti della filiera, difformi rispetto alla portata ed efficacia di tali provvedimenti, che stanno creando non poca confusione, mettendo in difficoltà il contraente debole, cioè l’autotrasportatore”. Un’interpretazione “inaccettabile” secondo Confartigianato, che chiede al Ministero di ribadire l’inderogabilità delle norme, ricordando che non necessitano di ulteriori decreti attuativi e sono quindi pienamente operative.

“Il problema di quando inizi il conteggio dei 90 minuti, dopo i quali scatta l’obbligo di indennizzo, è presto risolto, dal momento che il legislatore ha fatto riferimento al tachigrafo, la “scatola nera” che hanno i camion, come prova oggettiva dei tempi di attesa, ritenendolo elemento utile per giustificare la richiesta di indennizzo, indipendentemente dalla causa del ritardo”, conclude il Presidente di Confartigianato Treasporti Verona.

Al centro delle preoccupazioni della categoria c’è anche la mancata operatività del fondo pluriennale da 590 milioni di euro annunciato dal Ministero per il rinnovo del parco veicolare e la transizione ecologica del trasporto merci su gomma. “È urgente sbloccare queste risorse – sottolinea Confartigianato –, perché senza incentivi concreti sarà impossibile accompagnare le imprese verso l’obiettivo della decarbonizzazione, come richiesto dalle normative europee”.

 

La norma nel dettaglio

Le principali novità introdotte dal “decreto infrastrutture” sono le modifiche dall’articolo 6-bis del D.Lgs. 286/2005 che riguardano principalmente: la riduzione dei tempi di franchigia nella sosta dei mezzi in attesa delle operazioni di carico o scarico e il conseguente aumento dell’indennizzo con l’inserimento della responsabilità solidale tra committente e caricatore. Il periodo di franchigia per le operazioni di carico e scarico è stato ridotto da 120 a 90 minuti, con il chiaro obiettivo di tutelare maggiormente il vettore, parte debole del rapporto contrattuale. La norma aggiornata prevede inoltre che il committente, il destinatario della merce o altro soggetto della filiera debba fornire al vettore indicazioni precise su luogo, orario e modalità di accesso per le operazioni di carico e scarico: pena la possibilità per il vettore di dimostrare l’arrivo tramite sistemi di geolocalizzazione o tachigrafo intelligente di ultima generazione. L’indennizzo per il superamento del periodo di franchigia è stato aumentato a 100 euro per ogni ora o frazione di ora di ritardo, con responsabilità solidale da parte del caricatore. Il vettore mantiene la responsabilità sulla vigilanza della corretta sistemazione del carico sul camion, ma è ribadita la possibilità di assistere alle operazioni per evitare la diffusa abitudine di non permettere agli autisti di controllare le operazioni di caricamento, tale aspetto della norma rafforza la posizione del vettore anche in caso di incidenti o danni dovuti a carico non collocato conformemente.