Il Decreto Rifiuti in vigore dal 26 settembre recepisce le richieste di Confartigianato: importanti risultati su registri carico scarico e formulario trasporto
25 Settembre 2020

AMBIENTE – Decreto Rifiuti in vigore dal 26 settembre recepisce richieste Confartigianato: importanti risultati su registri carico scarico e formulario trasporto

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Il 26 settembre è entrato in vigore il cosiddetto Decreto Rifiuti, che attua due delle quattro direttive europee contenute nel Pacchetto Economia Circolare. E arrivano buone notizie per gli artigiani e le piccole imprese. Sono state infatti recepite le indicazioni e le richieste espresse durante l’iter legislativo da Confartigianato in tema di tracciabilità dei rifiuti, assimilabilità dei rifiuti speciali e professionali ai rifiuti urbani, semplificazione degli adempimenti e abbattimento della burocrazia. Si tratta di battaglie storiche della Confederazione e che ora hanno trovato finalmente la loro soluzione.

La riscrittura delle norme sul controllo della tracciabilità dei rifiuti prevede l’emanazione di “uno o più” decreti attuativi per il nuovo Registro elettronico nazionale, ma accoglie testualmente le richieste di Confartigianato di interoperabilità del nuovo sistema con i sistemi gestionali esistenti, sostenibilità dei costi per le imprese, gradualità di applicazione e periodo di sperimentazione. E’ fondamentale che tali principi siano ben evidenziati nella normativa “primaria” al fine di evitare gli errori commessi in passato sul SISTRI e impostare lo sviluppo del nuovo sistema minimizzando gli impatti, gestionali, amministrativi ed economici sul sistema. produttivo delle imprese.

Sul fronte della assimilabilità dei rifiuti speciali agli urbani, rispetto al testo iniziale del Decreto Rifiuti, Confartigianato ha ottenuto un riallineamento con le direttive comunitarie: la nuova definizione di rifiuti urbani è tale ai soli fini del calcolo degli obiettivi di riciclo e non per affidarne la privativa ai Comuni. Questa misura evita l’assimilazione ex lege dei rifiuti professionali ed è in linea con quanto richiesto dalla Confederazione durante le audizioni alla Camera e al Senato del 19 e 20 maggio scorso. L’estensione dell’assimilabilità agli urbani di tutti i rifiuti prodotti, oltre a non essere sostenibile per le imprese che non avrebbero avuto alternative per gestire i propri rifiuti se non presso il servizio pubblico, avrebbe messo in ginocchio l’attuale filiera del recupero dei rifiuti speciali che ad oggi raggiunge risultati di eccellenza in Europa. Quindi le utenze non domestiche potranno conferire i propri rifiuti al di fuori del servizio pubblico, previa dimostrazione di averli avviati a recupero e saranno escluse dalla corresponsione della componente tariffaria rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti. L’introduzione dell’obbligo della detassazione va nella direzione auspicata di supportare le imprese circolari e sostenibili che avviano a recupero i propri scarti.

In tema di semplificazione, Confartigianato vede accolte le richieste relative alla tenuta dei registri di carico e scarico presso le associazioni e all’esenzione del formulario di identificazione per rifiuti da manutenzione per piccole imprese edili. Il raddoppio richiesto delle soglie quantitative di rifiuti annui per la tenuta dei registri di carico e scarico presso le associazioni di categoria consente alle imprese di avere più margini di gestione senza rischi e alle Associazioni di allargare la base imprese a cui erogare servizi.

L’esenzione dal formulario di trasporto per i rifiuti da manutenzione e per le piccole imprese edili e le imprese di pulizia risponde ad una precisa richiesta di Confartigianato e permette agli imprenditori di gestire in maniera più snella, con semplice Documento di Trasporto (DTT) l’eventuale trasferimento presso la propria sede dei rifiuti prodotti in cantiere, qualora i limitati quantitativi non giustifichino un deposito temporaneo.

Dal 26 settembre, con il Decreto Rifiuti, rientra in vigore anche l’esenzione dall’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico rifiuti per le microimprese con meno di 10 dipendenti che producono solo rifiuti non pericolosi, misura che sgrava le imprese da un obbligo che comportava costi e rischi di sanzioni. Tale disposizione voluta da Confartigianato era presente nel testo unico ambientale fino al 2010 prima dell’introduzione SISTRI: a seguito della sua abolizione avvenuta nel 2019 era necessario che fosse nuovamente reintrodotta in maniera esplicita.

Con l’entrata in vigore del nuovo sistema di tracciabilità, che sarà disciplinata con uno o più decreti attuativi, verranno poi definiti sia il modello del registro cronologico di carico e scarico di cui sopra che il nuovo modello di formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti con possibilità di scaricare il formato cartaceo dal nuovo Registro Elettronico Nazionale Rifiuti.

Ora l’attenzione di Confartigianato si concentrerà sui decreti attuativi che dovranno definire l’operatività del nuovo sistema di tracciabilità, affinché non vengano commessi gli stessi errori che hanno caratterizzato il SISTRI. Le imprese devono essere messe in condizione di rispettare gli adempimenti sui rifiuti con una normativa certa, di semplice interpretazione, senza rischio di incorrere in sanzioni inique, evitando le complicazioni burocratiche del passato e con costi sostenibili.

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