REVISIONI AUTO – Il punto della situazione sul tavolo di confronto con Motorizzazione e Ministero dei Trasporti. Righetti: “Norme e regole da aggiornare!”
AutoriparazioneANARA Confartigianato e i dirigenti della Motorizzazione civile e del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti continuano il tavolo di confronto per risolvere i tanti, troppi problemi che affliggono il settore delle revisioni auto, uno degli ingranaggi principali dell’autoriparazione artigiana, a cominciare dalla revisione delle tariffe riconosciute agli imprenditori, ferme a 14 anni fa. Nel frattempo, la rivoluzione digitale ha travolto tutto, cambiando gli scenari ma anche le competenze degli addetti ai lavori, i macchinari e gli spazi delle officine. Necessità che si sono trasformate in investimenti fatti negli ultimi anni dagli imprenditori di settore, che però devono incassare tariffe stabilite quasi tre lustri fa.
“La revisione della tariffa rientra sempre tra gli impegni dei vari direttori generali e dirigenti che si susseguono – denuncia Vincenzo Ciliberti di ANARA Confartigianato –. Per una serie di circostanze, però, cambiano le persone ma il problema per noi imprenditori resta irrisolto. Come tutti i problemi legati alla gestione della pubblica amministrazione, possono passare anche molti anni prima di vedere la soluzione a un problema. Purtroppo, noi siamo imprenditori e abbiamo bisogno di risposte immediate, quelle che ci chiede il mercato. Confartigianato non fa politica partitica, fa politica delle imprese e sa bene che togliere risorse finanziare a un’impresa è come togliere l’ossigeno a un malato. Quindi, la nostra battaglia principale è e sarà sull’adeguamento della tariffa”. Un meccanismo lungo, che richiede il lavoro congiunto di due ministeri, Economia e Trasporti, e una lunga trafila di approvazioni. “Sappiamo che i tempi saranno lunghi ma non molliamo – aggiunge Ciliberti – Non demordiamo, il 2 ottobre abbiamo detto a chiare lettere al Direttore generale che noi andremo avanti fino a raggiungere l’obiettivo perché l’impresa che non ha liquidità è un’impresa che rischia di fallire. E noi non abbiamo alcuna intenzione di farlo”.
L’aggiornamento della tariffa, però, è soltanto la prima di una serie di proposte che ANARA Confartigianato ha portato sul tavolo delle trattative con la Motorizzazione. “Sul piatto sono state messe numerose altre questioni di carattere tecnico – afferma Michele Righetti, Presidente dei Revisori auto di Confartigianato Imprese Verona –, che ci hanno travolti negli ultimi anni, tra maggiori costi e lungaggini burocratiche per adempiere a tali obblighi. Sia chiaro, se ciò risultasse utile ai fini della sicurezza stradale, per tutelare il cittadino e per salvare vite umane, noi l’avremmo fatto ben volentieri. Non avremmo avuto alcunché da rivendicare, perché il nostro è un impegno professionale che mettiamo al servizio della collettività. Abbiamo dimostrato sul tavolo, però, che questi appesantimenti non hanno nulla a che fare con la sicurezza stradale”.
“Le richieste che sosteniamo da anni – aggiunge Righetti – riguardano norme che devono essere aggiornate perché è cambiata la legge che le disciplina. Abbiamo un regolamento europeo che dà ragione alle nostre istanze. Chissà perché, però, le direttive europee vengono considerate soltanto quando sono a carico dell’imprenditore italiano e non quando vanno a sgravare l’imprenditore da certi pesi burocratici, che di certo non servono a nessuno. Le nostre proposte sono supportate da documenti legislativi e norme specifiche, non sono richieste campate in aria”.
Oltre ai costi e al tempo inutilmente speso a causa di norme farraginose e lontane da quell’efficienza della macchina burocratica sognata dagli imprenditori, come tanti artigiani italiani, anche i centri di revisione sono sottoposti ad adempimenti lontani dalla realtà e dal lavoro di tutti i giorni. “Faccio un solo esempio in questo senso – spiega il Presidente provinciale dei Revisori Auto di Confartigianato –: per assurdo, abbiamo un decreto ministeriale del dicembre 2019 e un regolamento europeo in vigore dal maggio 2020 che sostengono che la prova fonometrica sia a discrezione dell’ispettore. Per noi è obbligatoria, però, una prova che facciamo soltanto per sentire se suona il clacson e che dobbiamo eseguire con uno strumento come il fonometro, che si usa nei laboratori universitari. E vi pare che un imprenditore che garantisce la sicurezza di auto e camion non sia capace di ascoltare se un clacson suona o meno?!?”.
Dopo il lavoro preliminare e le proposte presentate nei due incontri delle scorse settimane, ANARA Confartigianato sta aspettando che Motorizzazione e Ministero trasformino in azioni concrete la disponibilità manifestata al tavolo di confronto.
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