NATALE 2020 – Da Confartigianato le campagne “regala veronese” e “compra artigiano”. A rischio in provincia di Verona 365 milioni di spese per l’artigianato
Attualità“Facciamoci un regalo! Compriamo artigiano, compriamo locale”. È questo, in estrema sintesi, l’appello che Confartigianato, in provincia di Verona e in tutto il Veneto, lancia per sostenere e acquistare direttamente dai produttori, dalle attività artigianali e commerciali attualmente penalizzate e costrette a chiudere o a resistere, ma soprattutto a reinventarsi. “Quello che ci attende sarà un Natale diverso e difficile – spiega Il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri –. Auspicando che si allentino alcune restrizioni, perché ciò significherebbe un miglioramento anche della situazione sanitaria, vogliamo lanciare un appello: regalate prodotti del nostro artigianato. Invitiamo tutti a comperare prodotti di qualità del nostro artigianato per non far perdere a migliaia di attività l’appuntamento clou del Natale che vale, in regione Veneto, almeno 1,9 miliardi di euro, mentre in provincia di Verona parliamo di 365 milioni”.
Questa la stima di un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto su dati Istat, in merito ai consumi delle famiglie veronesi nel corso del 2019, per la spesa natalizia, nel solo mese di dicembre, di prodotti e servizi tipici dell’artigianato: 214 milioni destinati ad alimentari/bevande, 62 ad abbigliamento, calzature e accessori moda, 44 milioni per beni e servizi per la cura della persona. Sono ben 5.575 le imprese artigiane veronesi potenzialmente interessate (il 26,9% del totale artigianato) che offrono lavoro a 16.678 addetti. Alimentazione, abbigliamento, calzature e accessori e beni e servizi alla persona da soli arrivano ad un valore di 320 milioni di euro, ma di rilevo sono anche le spese per mobili e arredo con 18 milioni, articoli per la casa e utensili che ne valgono 10, giocattoli, libri, tempo libero e hobby che arrivano a 17 milioni di euro.
“Confartigianato, in provincia di Verona, già a metà novembre ha avviato una campagna di sensibilizzazione sui social media verso il ‘compra artigiano’ e ‘regala veronese’ – spiega il Presidente Iraci Sareri –, affidando ad una letterina scritta da una bambina, Adele, e indirizzata a Santa Lucia e a Babbo Natale, nella quale la bimba, figlia di artigiani, spera che non ci si dimentichi di rivolgersi ai negozi, alle botteghe, alle attività di vicinato, per acquistare regali e per le spese di questi giorni e di fine anno. Il breve video ha riscosso un grande successo con migliaia di visualizzazioni e proprio in questi giorni è partita la seconda puntata, nella quale la piccola Adele racconta a Santa Lucia e a Babbo Natale di essere felice, perché molta più gente si è rivolta all’attività dei genitori per acquisti e lavori”.
Inoltre, da tutte le Confartigianato del Veneto parte, oggi (martedì 2 dicembre), una nuova campagna social che promuove il ricorso a negozi locali per i regali delle prossime festività. “I nostri artigiani ci sono: dalla pasticceria alle bevande, da tutto l’alimentare in genere ai libri e poi cravatte, vestiti e prodotti sartoriali, prodotti per la casa e l’ufficio, complementi d’arredo e artigianato locale. Dobbiamo tutti – afferma Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – fare uno sforzo e sostenere il lavoro dei nostri produttori e attività di ‘quartiere’, identità dei nostri territori, patrimonio di cultura e saper fare”.
“Da quando la pandemia è scoppiata nel nostro Paese – conclude Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, alle categorie produttive sono stati chiesti sacrifici e un grande sforzo di responsabilità: abbiamo chiuso le nostre attività per tre mesi, abbiamo investito per mettere in sicurezza luoghi di produzione e di vendita, abbiamo nuovamente richiuso o limitato pesantemente l’attività. Ora dobbiamo essere uniti per le nostre comunità: comprate prodotti dell’artigianato locale e, se non è possibile farlo di persona, i canali per il loro acquisto non mancano. La svolta digitale che stanno compiendo le imprese impegnate e coinvolte in questa transizione, anche obbligata per via della pandemia, vede oltre il 60% delle nostre aziende implementare canali web, sistemi di vendita e distribuzione on line, aggiornamento software, rendendo questi servizi possibili”.