ELEZIONI POLITICHE – Il commento. Iraci Sareri: “A chi ha ottenuto la fiducia dei cittadini chiediamo di tener conto delle esigenze delle Mpi. Non c’è più tempo, siamo in emergenza e servono risposte adeguate: basta demagogia!”
26 Settembre 2022

ELEZIONI POLITICHE – Il commento. Iraci Sareri: “A chi ha ottenuto la fiducia dei cittadini chiediamo di tener conto delle esigenze delle Mpi. Non c’è più tempo, siamo in emergenza e servono risposte adeguate: basta demagogia!”

Attualità

“L’auspicio è che tutti gli eletti, ma in particolare i Deputati e i Senatori veronesi e del Veneto, nuovi e riconfermati, di qualsiasi schieramento politico, tengano presenti i documenti con le richieste e le proposte di Confartigianato, che nelle scorse settimane di campagna elettorale li hanno raggiunti sia a livello nazionale, sia regionale e sia su nostra iniziativa”. Questo il commento di Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, all’indomani del risultato delle Elezioni Politiche.

“Alla coalizione che ha ottenuto la fiducia dei cittadini – continua – torniamo a chiedere di saper guardare ed ascoltare la realtà produttiva rappresentata da 4,4 milioni di artigiani e di micro e piccole imprese con 10,8 milioni di addetti. Tradotto in peso sull’economia, significa il 99,4% del nostro tessuto imprenditoriale e il 64% del totale degli occupati. Per noi è inconcepibile che la politica non presti attenzione a questo universo di imprenditori che tiene in piedi, nel vero senso della parola, il nostro Paese”.

“Quella attuale non è la situazione migliore in cui ritrovarsi a governare la nazione – aggiunge il Presidente Iraci Sareri – e credo serva molta lucidità, buon senso e grande coraggio per realizzare in tempi rapidi provvedimenti incisivi e in grado di salvare il presente, con più di uno sguardo al futuro. Ci sono migliaia di imprenditori pronti a sospendere l’attività, perché non concepiscono il fatto di dover lavorare come dannati solamente per pagare bollette che non hanno alcuna ragione concreta di essere così alte, se non quella di arricchire una élite di speculatori, oltre a tasse, adempimenti e balzelli che da sempre affliggono i nostri ‘capitani coraggiosi’ della micro, piccola e media impresa italiana”.

“Noi artigiani, noi piccoli imprenditori – prosegue il leader di Confartigianato Verona –, con la concretezza e la determinazione con le quali ogni giorno, senza alcun ‘paracadute’, affrontiamo i rischi del mercato, crediamo nella politica capace di riconoscere il nostro ruolo, di investire sulle nostre capacità e di offrire risposte efficaci alle nostre aspettative di sviluppo. Basta con le promesse non mantenute, con gli annunci senza fatti. Il nuovo governo che vedrà la luce entro breve verrà atteso al varco e attentamente monitorato, dalla nostra Confederazione, sulla reale operatività e sulla capacità di confronto. Non abbiamo più tempo, se vogliamo salvare il salvabile in termini finanziari, di occupazione, di iniziativa imprenditoriale. La demagogia deve scomparire, per lasciare il posto alla concretezza. Buon lavoro agli eletti e anche a coloro che siederanno sugli scranni dell’opposizione, ai quali ci appelliamo affinché venga usata la massima responsabilità nei confronti e nelle decisioni: siamo in piena emergenza e i cittadini valuteranno tutti voi, donne e uomini delle istituzioni, dalla vostra capacità di ascoltare e decidere senza tentennamenti, scaramucce da asilo infantile e anacronistiche posizioni ideologiche senza alcuna utilità concreta”.

 

LE RICHIESTE NEL “MANIFESTO” DI CONFARTIGIANATO

Nell’agenda delle priorità indicata da Confartigianato spicca la richiesta di un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona.

Da riformare all’insegna dell’efficienza anche la macchina burocratica, poiché oggi l’Italia è al 24° posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle amministrazioni locali gestisce completamente pratiche on line.

‘Lavoro di qualità’ è un altro dei punti del Manifesto con il quale Confartigianato dice no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza, chiede di ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro, che in Italia pesa il 46,5%, contro una media Ue del 41,7%, e di potenziare la formazione tecnica e professionale e l’apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese.

Per sostenere la competitività delle Pmi, Confartigianato sollecita anche la riduzione dei costi di elettricità e gas, aumentati del 108% nell’ultimo anno, fissando un tetto europeo al prezzo del gas, attuando una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e sostenendo gli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per la creazione di Comunità Energetiche e per iniziative di autoproduzione.

Sul fronte della sostenibilità ambientale, una delle richieste prioritarie riguarda il mantenimento degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei 5,2 miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia. Si tratta di una situazione che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende di costruzioni e di 47mila posti di lavoro.

Il Manifesto di Confartigianato punta poi sull’accesso al credito, affinché sia assicurato sostegno al Fondo di garanzia per le Pmi e a sistemi di garanzia misti pubblico-privati, con una dotazione finanziaria adeguata alle esigenze degli imprenditori in questa difficile e mutevole contingenza economica.

Proseguire spediti nell’attuazione del Pnrr è un’altra sollecitazione di Confartigianato che chiede, però, di farlo con la piena inclusione delle micro e piccole imprese, favorendo, da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, progetti e bandi improntati alla facile accessibilità.

Altrettanto inclusive e accessibili per le piccole imprese dovranno essere le transizioni green e digitale: in proposito Confartigianato chiede incentivi semplici e stabili per favorire l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle Pmi.