ELEZIONI REGIONALI – Incontri con i candidati. Manodopera, formazione e infrastrutture: gli artigiani indicano la rotta, Stefani rilancia con servizi, welfare e federalismo fiscale
AttualitàCarenze infrastrutturali, frammentazione amministrativa, formazione, burocrazia, autonomia e sanità: sono questi i temi che gli artigiani veneti, riuniti a Mestre sotto il coordinamento di Confartigianato Imprese Veneto, hanno posto ad Alberto Stefani, candidato alla Presidenza della Regione Veneto, nel primo confronto pubblico con i rappresentanti di tutte le province.
Dal territorio polesano Marco Campion ha richiamato le gravi carenze infrastrutturali e la frammentazione amministrativa dei comuni, che rendono difficile programmare politiche di area vasta. Da Treviso Armando Sartori ha ribadito la necessità di investire con decisione nella formazione professionale, vero snodo per il futuro delle imprese. Siro Martin, da Venezia, ha sollevato il tema dell’autonomia e del ruolo delle Province: “La legge quadro c’è – ha spiegato Stefani – abbiamo definito le materie non Lep, poi dovremo discutere quelle Lep. La vera riforma sarà il federalismo fiscale, che permetterà alla Regione di trattenere risorse per le proprie funzioni”. Sul tema delle Province, Stefani ha riconosciuto che “devono tornare a essere enti di primo livello, dotati di budget e funzioni, per coordinare le politiche di area vasta attraverso consorzi di funzione”.
Da Vicenza Gianluca Cavion ha chiesto maggiore attenzione alla burocrazia e alla chiarezza dei bandi, citando gli errori commessi con la Transizione 5.0. Gianluca Dall’Aglio, da Padova, ha evidenziato come anche piccole opere infrastrutturali possano contrastare lo spopolamento delle aree artigianali, mentre Devis Zenari, da Verona, ha ricordato che il Veneto è una regione a “innovazione moderata” e che servono strumenti concreti per aiutare le imprese a innovare nei processi e nella formazione. Da Belluno Claudia Scarzanella ha posto il tema della sanità, a cui Stefani ha risposto ricordando la sperimentazione della telemedicina, la necessità di un cambio di mentalità nella gestione delle non urgenze e la creazione di centrali operative territoriali per alleggerire le strutture ospedaliere.
Inverno demografico e l’intelligenza artificiale, mobilità sostenibile, e legge quadro sul benessere per i rappresentanti della Categorie . Ed è proprio da questo dialogo territoriale che è emerso il punto di sintesi dell’incontro: la sostenibilità non è nonostante le imprese ma grazie alle imprese” – ha dichiarato Stefani – ribadendo la centralità del lavoro e dell’impresa diffusa come motore di sviluppo.
I temi caldi
La prima urgenza, condivisa da tutti, riguarda la manodopera qualificata: oltre il 60% delle imprese artigiane fatica oggi a trovare personale preparato. “L’immigrazione non può essere la risposta automatica – è stato sottolineato – serve investire sui giovani, cambiare mentalità e restituire valore sociale e professionale al lavoro manuale”. Da qui la richiesta di potenziare la formazione professionale, che per Confartigianato “è di serie A”, dotando i centri di formazione delle tecnologie più moderne e affiancandoli con un Osservatorio delle competenze capace di fare analisi predittiva e orientare i percorsi formativi verso i reali bisogni delle imprese.
In questo contesto le associazioni di categoria possono fare la parte del leone, collaborando con la Regione nella redazione di analisi di mercato in grado di monitorare quali professionalità e competenze sono più richieste e contribuendo così a sensibilizzare i giovani e le loro famiglie nella scelta di percorsi professionali con concreti sbocchi lavorativi. Confartigianato si propone come una vera e propria bussola del mercato del lavoro, capace di orientare le politiche formative e guidare la programmazione regionale verso le esigenze reali del tessuto produttivo veneto.
Stefani ha riconosciuto la centralità del tema, condividendo la necessità di un sistema formativo fortemente legato al tessuto produttivo e ha sottolineato come il federalismo fiscale e le politiche di area vasta possano garantire risorse e governance adeguate per politiche del lavoro e della formazione più efficaci.
Tra le priorità anche il contrasto alla denatalità e il rafforzamento del welfare aziendale, intesi come pilastri per una nuova coesione territoriale. Sul fronte delle infrastrutture, Stefani ha raccolto le sollecitazioni delle imprese annunciando la volontà di creare una holding autostradale in capo a CAV come leva finanziaria per reinvestire i pedaggi in opere strategiche e ha confermato il via libera alla Valdastico Nord. Restano invece criticità sul ritardo della banda ultra larga, mentre tra le proposte più innovative discusse spicca la creazione di un bacino unico per la gestione di servizi integrati che potrebbe apportare vantaggi sotto il profilo ambientale ed energetico.
Accanto alla dimensione infrastrutturale, gli artigiani chiedono una Regione più leggera e più vicina alle imprese, con la creazione di un tavolo permanente anti-burocrazia insieme alle associazioni di categoria per mappare e superare i principali ostacoli amministrativi. Stefani si è detto favorevole a introdurre politiche di area vasta che consentano ai Comuni di condividere competenze e funzioni strategiche, in particolare su ambiente, innovazione e digitale.
Sul fronte dell’innovazione economica, Stefani ha proposto un deciso potenziamento di Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione, affinché diventino strumenti più flessibili e adattabili alla società che cambia, e ha rilanciato la proposta di distretti del commercio artigianale integrati, dove la presenza di un manager di distretto favorisca la sinergia tra imprese, commercio e territorio.
“Abbiamo scelto la modalità del dialogo piuttosto che quella della sfida tra candidati perché ci interessa aprire un confronto franco e propositivo sui temi – ha detto in apertura il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto – chiediamo l’istituzione di un tavolo di concertazione permanente con le associazioni di categoria per implementare politiche in favore delle imprese e ridurre gli ostacoli burocratici. Le nostre aziende non chiedono assistenza – ha concluso Boschetto – ma ascolto e collaborazione per costruire, insieme alla politica, un Veneto più competitivo, inclusivo e attrattivo per le nuove generazioni”.
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