
VERONA – Confartigianato critica sulla decisione del Comune di Verona di aumentare la Tari
AmbienteVerona CentroVerona Centro-NordIl Comune di Verona aumenterà la Tari, la tassa sui rifiuti, mediamente del 4%. Critica la posizione di Confartigianato Imprese Verona, nonostante i tentativi dell’Amministrazione comunale di spiegare e minimizzare gli impatti dell’intervento, che sì, inciderà poco sulle utenze domestiche, ma sarà invece più pesante per le attività produttive.
“Come sempre, anche prima della tornata elettorale che ha portato a Palazzo Barbieri l’attuale maggioranza, Confartigianato Verona ha presentato ai candidati, quindi anche al sindaco Damiano Tommasi, un documento con proposte provenienti dal nostro mondo produttivo ed imprenditoriale – commenta Devis Zenari, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –. Ed anche in quell’occasione abbiamo avanzato richieste riguardanti la tassazione locale e, in particolare, la Tari”.
“Si tratta di un argomento scottante, ne siamo consapevoli, come comprendiamo bene quanto i Comuni siano sottoposti a una progressiva riduzione dei trasferimenti statali – continua Zenari –. Auspichiamo, però, che si voglia condividere con noi la tesi sull’importanza di ridurre, o al limite, non aumentare l’imposizione fiscale sulle piccole imprese per poter rilasciare risorse a vantaggio di investimenti e occupazione. In una congiuntura economica particolarmente difficile come l’attuale, le aziende devono poter lavorare per assicurare posti di lavoro: mai, come in questo momento, la loro funzione economica e sociale è stata così importante. Quello che chiediamo è che si possa arrivare ad una globale applicazione consapevole delle aliquote, in modo che le scelte autonome delle Amministrazioni locali non abbiano ripercussioni troppo penalizzanti per le realtà produttive del territorio”.
Secondo Confartigianato, la tassa per l’asporto dei rifiuti per certe imprese può rappresentare un onere di migliaia di euro. Si va dagli importi medi intorno ai 1.000 euro, per un negozio tipo di acconciatura, sino agli oltre 2/3.000 per una azienda tipo manifatturiera, con punte anche di 4 o 5.000 euro.
Tra l’altro, Confartigianato segnala che, “proprio qualche settimana fa, dal Comune è uscita la notizia della presenza, nelle casse comunali, di un ‘tesoretto’ di circa 30 milioni di euro – ricorda il Presidente Zenari –, derivante dagli aumenti negli incassi di varie voci, tra le quali proprio la Tari, per la quale, nel 2024, sono stati incassati 56 milioni di euro, rispetto ai 51 milioni del 2023. Ci auguriamo che tutte le Amministrazioni comunali, non solo quella del nostro capoluogo, non valutino la necessità di recuperare denaro intervenendo sempre e comunque su aumenti da caricare sulle spalle delle imprese, perché prima o poi, se la logica sarà sempre la stessa, dalle loro tasche non si potrà più tirare fuori un centesimo e vedremo, dunque, come andrà a finire. Ricordiamoci che la Tari è solo una delle decine e decine di voci di spesa fissa legate a tasse, tariffe, costi obbligatori, che messi tutti assieme mettono a dura prova la tenuta delle micro, piccole e medie aziende”.
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