TRASPORTO MERCI E PERSONE – Confermato il Pacchetto Mobilità UE. Tachigrafo: dal 2025 obbligatorio avere i dati dei 56 giorni precedenti
30 Ottobre 2024

TRASPORTO MERCI E PERSONE – Confermato il Pacchetto Mobilità UE. Tachigrafo: dal 2025 obbligatorio avere i dati dei 56 giorni precedenti

Trasporti - Logistica - Mobilità

Dal 31 dicembre 2024, per i conducenti dei mezzi pesanti, sia autocarri sia autobus, sarà obbligatorio, durante l’attività di guida, avere al seguito i dati del giorno e quelli dei 56 giorni precedenti, non più i 28 come accade ora.

La modifica è stata ampiamente annunciata anche con i webinar che abbiamo organizzato assieme al Compartimento Polstrada del Veneto ed è stata introdotta col Regolamento UE 1054, entrato in vigore il 20 agosto 2020, che è parte di quello che è chiamato Primo Pacchetto Mobilità dell’Unione Europea.

Conseguentemente, fino al 31 dicembre 2024, i giorni controllati su strada rimarranno invariati, ma dal primo gennaio 2025, i controlli su strada analizzeranno i dati relativi all’attività dei 56 giorni precedenti.

Sul piano pratico, l’attenzione a questa modifica riguarda coloro che utilizzano ancora il tachigrafo analogico e quindi dovranno avere al seguito un numero doppio di fogli di registrazione delle attività precedenti, mentre per chi ha la card per lo strumento digitale la stessa contiene già tutte le registrazioni. Nessuna modifica, invece, per i tempi di conservazione dei dati in azienda che sono quindi confermati in un anno.

Sempre con riferimento al Primo Pacchetto Mobilità, la Corte Europea ha emanato una recente sentenza che ha effetto sull’autotrasporto internazionale. La sentenza riguarda i ricorsi presentati da alcuni Paesi contro tale “Pacchetto” adottato nel 2020 dall’Unione Europea. Il Pacchetto, vale la pena di ricordarlo, contiene una serie di norme che hanno la finalità di garantire un equilibrio tra migliori condizioni sociali e di lavoro per i conducenti e la libertà di fornire servizi transfrontalieri per i trasportatori, contribuendo anche alla sicurezza stradale. Inoltre, faranno chiarezza nel settore in merito a disposizioni precedentemente ambigue, per porre fine alle divergenze tra gli Stati membri nella loro applicazione, che talvolta si concretizzavano in una sorta di dumping sociale.

La Corte ha confermato la validità della maggior parte delle disposizioni del Pacchetto ed ha solamente annullato l’obbligo per i veicoli di ritornare ogni otto settimane alla sede dell’impresa. Peraltro, questo annullamento è stato motivato dal fatto che la Corte ha ritenuto che il legislatore dell’UE non avesse sufficienti informazioni per valutare la proporzionalità della misura a fronte degli effetti dovuti al permanere del veicolo “fuori sede”.

I ricorsi – presentati da Lituania, Bulgaria, Romania, Cipro, Ungheria, Malta e Polonia (e in alcuni casi sostenuti da Belgio, Estonia e Lettonia) – riguardavano le più importanti disposizioni del Pacchetto:

  • il divieto per i conducenti di prendere il riposo settimanale regolare o compensativo nel veicolo;
  • l’obbligo per le imprese di trasporto di organizzare il lavoro dei conducenti in modo che tali lavoratori possano tornare al centro operativo dell’impresa o al loro luogo di residenza ogni quattro settimane per prendere il riposo settimanale regolare o compensativo;
  • l’anticipo della data di entrata in vigore dell’obbligo di installare tachigrafi intelligenti di seconda generazione;
  • il periodo di attesa di quattro giorni, durante il quale gli autotrasportatori non residenti non possono effettuare operazioni di cabotaggio nello stesso Stato membro dopo aver completato un ciclo di cabotaggio;
  • la classificazione dei conducenti come “lavoratori distaccati” durante le operazioni di cabotaggio, trasporti tra Stati membri diversi (operazioni di “cross trade”) o alcune operazioni di trasporto combinato, con conseguente applicazione delle condizioni di lavoro in vigore nello Stato membro ospitante;
  • l’obbligo per i veicoli utilizzati nel trasporto internazionale di tornare ogni otto settimane al centro operativo nel Paese di stabilimento.

La Corte ha respinto la quasi totalità delle contestazioni e, come detto, ha solamente annullato l’obbligo per i veicoli di ritornare ogni otto settimane alla sede dell’impresa, affermando che il Pacchetto Mobilità è finalizzato a bilanciare meglio gli interessi dei conducenti, migliorando le loro condizioni sociali di lavoro, e quelli dei datori di lavoro, garantendo condizioni commerciali eque tra le imprese di autotrasporto.

Si precisa che l’obbligo di fare rientrare ogni quattro settimane i conducenti alla sede dell’impresa o la loro residenza è confermato.

Per informazioni: Luca Baldani Guerra, tel. 0459211555.