18 Maggio 2020

COVID-19 – Settore Casa: bene super-ecobonus, ma no a sconto in fattura! Fattori: “Artigiani non possono fare da bancomat per lo Stato”

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Nel cosiddetto “Decreto Rilancio”, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che dovrà passare al vaglio del Parlamento, è stata inserita, tra le altre, un’importante e attesa misura destinata a rilanciare la filiera delle costruzioni, già segnata pesantemente dagli anni di crisi, a cui si è aggiunto il recente blocco dei cantieri dovuto all’emergenza sanitaria: il potenziamento delle agevolazioni ecobonus e sismabonus, richiesto da tempo da Confartigianato e dalle altre associazioni della categoria.

Con l’articolo 128 del Decreto legge si incrementa al 110% l’aliquota di detrazione spettante per interventi di efficienza energetica (ecobonus), riduzione del rischio sismico (sismabonus), installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, con riferimento alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, prevedendo la compensazione in 5 rate annuali di pari importo

“Approviamo l’accelerata che il Governo intende imporre a favore della riqualificazione degli edifici esistenti con il super ecobonus – è il commento di Pietro Paolo Fattori, Presidente di Confartigianato Costruzioni Verona –. Ciò darebbe qualità al patrimonio edilizio delle famiglie, vigore all’economia, spinta all’innovazione tecnologica e opportunità per nuove generazioni di artigiani, professionisti nella filiera del Sistema Casa, come edilizia, impianti e serramenti”.

Secondo le bozze del decreto, il committente privato che deciderà di rifare il cappotto della propria abitazione o, più semplicemente il bagno di casa, potrà scegliere tra: sfruttare la detrazione d’imposta come finora (nel caso del cappotto portata al 110%), oppure chiedere all’artigiano che ha eseguito i lavori, di praticargli uno sconto pari alla detrazione spettante o, infine, cedere il credito derivante dalla detrazione ad un soggetto terzo che potrebbe essere ancora l’artigiano oppure anche una banca.

“Si sta ancora ragionando su testi non ufficiali, questo va premesso – continua Fattori –, ma se l’impianto dell’ecobonus resterà questo, riteniamo positivo aver lavorato sul potenziamento della cessione del credito. Rispetto allo sconto, invece non troviamo giusto che si pretenda dall’artigiano di fare da bancomat per lo Stato e per questo siamo contrari. Quella dello sconto in fattura è una battaglia che abbiamo portato avanti anche nel recente passato, perché una piccola impresa non può avere la struttura economica e la liquidità, soprattutto ora, per ‘uscire’ con denaro che poi, forse, rivedrà in cinque anni. Si ritorna a discutere di concorrenza sleale, a vantaggio delle grandi aziende di costruzioni”.

L’introduzione della possibilità di cedere il credito d’imposta alle banche lascia perplessi gli imprenditori del settore. “Potrebbe essere una facilitazione – spiega il presidente provinciale di Confartigianato Costruzioni –, ma a quali condizioni si chiede alla banca di acquistare questo credito? E’ necessario, sin da subito, fissare in maniera chiara e univoca le ‘regole d’ingaggio’, affinché le condizioni di ricorso al sistema del credito siano davvero competitive rispetto al meccanismo della cessione del credito di imposta ad altri soggetti. Il rischio che vediamo è che, anziché concentrarsi su criteri di qualità per il consumatore e di responsabilità sociale nei confronti del tessuto locale delle imprese artigiane, a comandare siano logiche esclusivamente finanziarie. La cessione del credito deve spettare in primo luogo al committente e deve essere libera, con parità di condizioni nei confronti di qualsiasi soggetto cessionario. Trattandosi di un debito dello Stato vanno evitate speculazioni e distorsioni della concorrenza a tutela del mercato, delle imprese e dei consumatori”.

Se dovesse andare in porto il pacchetto di nuove misure, la speranza degli operatori è che gli effetti si facciano sentire da subito, “ma è importante disciplinare bene e in fretta – conclude Pietro Paolo Fattori –. Bisogna fare presto perché l’incertezza crea uno stop delle commesse. Dobbiamo sapere cosa consigliare ai nostri clienti e sapere cosa è più conveniente fare nel loro interesse”.

Il valore del mercato incentivi in Veneto

In Veneto il mercato sostenuto dall’ecobonus ammonta, nel 2018 da fonte ENEA, a 541 milioni € di investimenti (pari al 16,3% dei 3.331 milioni a livello nazionale) e 42mila interventi. Nell’ultimo quinquennio queste cifre diventano oltre 2 miliardi di investimenti e 215mila interventi. La distribuzione per tipologia rileva il 31,4% riferito ai serramenti, il 24% a pareti verticali, il 15,4% a pareti orizzontali, il 12,6% alle caldaie a condensazione, il 7,4% a pompe di calore, il 4% a schermature solari, l’1,1% al solare termico e lo 0,75% a Impianti a Biomassa.

Dalle stime elaborate dal CRESME emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2019, 19,5 milioni di interventi, ossia – considerando che le abitazioni sono il principale oggetto degli interventi di rinnovo – oltre il 62,5% delle abitazioni italiane stimate dall’ISTAT (31,2 milioni). In venti anni le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a quasi 322 miliardi di euro.