NATALE – L’infermiera anti-Covid del Presepe 2020 donata al Vescovo di Verona da Confartigianato e Coldiretti
22 Dicembre 2020

NATALE – L’infermiera anti-Covid del Presepe 2020 donata al Vescovo di Verona da Confartigianato e Coldiretti

Attualità

Consegnata nelle mani del Vescovo di Verona, Monsignor Giuseppe Zenti, la statuina del presepe di una infermiera anti-Covid, impegnata a salvare la vita delle persone colpite dal virus.

Simbolo dell’impegno e del sacrificio di tutto il mondo della sanità per la cura delle persone colpite dalla pandemia, nato dalla collaborazione tra Confartigianato e Coldiretti, realizzato da un laboratorio artigiano di arte presepiale di Napoli, sotto l’egida di Fondazione Symbola e del Manifesto di Assisi, il nuovo personaggio del presepe 2020 è passato dalle mani del Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri, accompagnato dal Direttore Valeria Bosco, e del Presidente di Coldiretti Verona, Daniele Salvagno, con il Direttore Giuseppe Ruffini, a quelle del Vescovo, come segno di riconoscenza verso coloro che lottano per aiutare le persone e a testimonianza del coraggio e dell’impegno concreto di artigiani, coltivatori e piccoli imprenditori per costruire la rinascita del tessuto produttivo del territorio e dell’intero Paese.

Coldiretti e Confartigianato, non solo a Verona ma a livello nazionale, hanno voluto così avviare un’iniziativa pluriennale per valorizzare la tradizione del Presepe, mettendo in evidenza i mestieri che aggiornano e attualizzano i personaggi del Presepe.

“Quest’anno si è deciso di rendere omaggio agli operatori sanitari con la raffigurazione di un’infermiera realizzata in esclusiva per l’occasione – afferma il Presidente provinciale di Confartigianato, Iraci Sareri –. Con questo gesto, Confartigianato e Coldiretti vogliono onorare tutti gli ‘eroi’ della quotidianità che si impegnano per gli altri in questi mesi così difficili, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco che nei giorni scorsi ha ringraziato chi si adopera per gli altri nella pandemia, paragonandoli a San Giuseppe: l’uomo che passa inosservato. Il Natale povero e sobrio di quest’anno non dimentica ma anzi valorizza ancora di più i migliori valori della nostra società, quelli di cui spesso ci dimentichiamo. La statuina dell’infermiera con la mascherina è il simbolo di questa nuova piramide dei valori della nostra società, rappresentati da coloro che si prodigano per gli altri, ma è allo stesso tempo anche simbolo della prossimità, della manualità, del rapporto umano, della sostenibilità dovuta al lavoro dei contadini e degli artigiani e questo messaggio è rafforzato dall’unità e dalla rete che abbiamo costruito tra Confartigianato e Coldiretti, con al nostro fianco i Vescovi, sinonimo di fede e pace”.

“Vogliamo fare nostre – afferma il presidente della Coldiretti di Verona Daniele Salvagno – le parole del Santo Padre che in occasione dell’assemblea nazionale di Coldiretti tenutasi pochi giorni fa ci ha invitato a ripensare al rapporto tra l’uomo, la natura e il Creatore, che rinnova la sua presenza tra noi attraverso la nascita di suo Figlio, come fattore di profondo equilibrio e comunione, nella ricerca non della logica del profitto, ma del servizio, non dello sfruttamento delle risorse, ma della cura e dell’attenzione per la natura come casa accogliente per tutti”. “È con questo spirito, continua Salvagno, che siamo lieti di esprimere la nostra gratitudine e di dare risalto, attraverso questa statuina, a tutte le persone che vivono il servizio verso gli altri con passione e gratuità, soprattutto in questa fase cruciale della storia globale”.

“Ringrazio Confartigianato e Coldiretti per il dono – ha affermato Monsignor Giuseppe Zenti, che ha ricambiato con un presepe consegnato ai due presidenti –, frutto di una collaborazione tra diversi protagonisti del mondo produttivo, e per questo di ancora maggior valore. La collaborazione, l’armonia, il lavorare insieme ci accompagneranno verso l’uscita da questa situazione di grande difficoltà per tutti noi. Ci aspettavamo di poter vivere un Natale differente, ma la speranza è che queste limitazioni e questi sacrifici si tramutino in opportunità e ci portino ad apprezzare ancora di più i veri valori e a vivere la nascita di Gesù nel modo più autentico”.

Confartigianato, Coldiretti e Symbola hanno anche presentato i risultati di un’indagine curata da Ipsos sulla percezione del Presepe. Emerge che quest’anno il 40% degli italiani ha deciso di fare il presepe per non rinunciare a una tradizione che considerano importante e che simboleggia per tutti i cristiani la presenza di Dio nella vita di tutti i giorni. Questo 40% sale al 48% tra le persone più anziane e al 49% nel Mezzogiorno dove è praticamente presente in una casa su due.

Ma che il Presepe abbia ancora un peso forte nella percezione degli italiani lo dimostra il fatto che oltre 6 italiani su 10 (61%) lo considera importante per la famiglia e in maniera ancora più marcata (64%) per la comunità. Il Mezzogiorno conferma un maggiore attaccamento a questa usanza natalizia, con percentuali che raggiungono il 70% di italiani che lo considerano importante a livello famigliare ma valori più alti della media nazionale sono registrati anche nel nord est.

Per Coldiretti e Confartigianato, il Presepe è una tradizione molto italiana, la cui origine viene fatta risalire a quello realizzato da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio e che da allora si è sviluppato in tutte le aree del Paese per raccontare la devozione, ma anche la sofferenza, la gioia e l’impegno nel lavoro e in famiglia attraverso personaggi figli dell’ispirazione religiosa ma anche della modernità. Una tradizione favorita quest’anno dal maggior tempo trascorso a casa a causa delle limitazioni rese necessarie per combattere la pandemia che in molte famiglie ha riunito genitori e figli proprio nell’allestimento di presepi ed alberi di Natale. Una esperienza sostenuta dal Santo Padre che in Piazza San Pietro ha ricordato che proprio “in questi giorni anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi per la gioia dei bambini e anche dei grandi. Sono segni di speranza specialmente in questo tempo difficile”.