17 Marzo 2020

EMERGENZA CORONAVIRUS – Il Presidente Iraci Sareri: “Decreto ‘Cura-Italia’ è prima risposta che in parte apprezziamo. Ma moltissimo resta da fare”

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“Un primo intervento, una risposta d’emergenza che in parte apprezziamo, ma che dovrà essere seguita da altro, perché la situazione è grave e ce ne accorgeremo quando tutto questo finirà”. Il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri, commenta così il Decreto Legge Cura-Italia varato ieri dal Governo e sottolinea l’importanza che gli interventi siano stati estesi a tutti i settori e a tutti i territori.

“Ma moltissimo, purtroppo, resta da fare – continua Iraci Sareri –, a partire dal rinvio dei versamenti del 16 aprile perchè è facile prevedere che saremo ancora in grave stato di necessità. L’impatto economico dell’emergenza coronavirus sugli artigiani e sulle micro e piccole imprese è vastissimo e saranno necessarie ulteriori misure per venire in aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere sul mercato. Dopo queste prime misure andrà quindi affrontata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle imprese e a rilanciarne l’attività”.

“Il Decreto – spiega ancora il Presidente di Confartigianato Verona – recepisce le sollecitazioni di Confartigianato per la sospensione e la proroga di versamenti e adempimenti e le misure di tutela del lavoro. Avevamo chiesto la sospensione di tutti i versamenti di imposte, tributi e contributi almeno fino al 30 aprile, per il momento; il rinvio di ogni tipo di scadenza e adempimento che ricada entro il 30 aprile; la moratoria dei mutui in essere fino al 31 dicembre 2020; la copertura delle sospensioni dal lavoro con forme di deroga di cassa integrazione per tutti dipendenti”.

“Ci sono, però, alcuni punti che ci lasciano perplessi nel Cura-Italia – continua Iraci Sareri –. Il lavoro di tante partite IVA e lavoratori autonomi non può essere ridotto al valore di 600 euro una tantum, di questo ne sono certo e come me tantissimi artigiani che ci hanno già contattati. Non possiamo che condividere, ricordando loro che hanno la possibilità di usare anche le altre misure di supporto, ma chiedendo anche con forza che il Governo operi, in collaborazione con le parti sociali, per individuare misure vere di sostegno per tali categorie. Come Confartigianato sollecitiamo inoltre la soluzione del problema della miriade di adempimenti delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione: chiediamo siano tutti prorogati con una norma “ombrello“”.


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